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Il crimine del femminicidio, perché la politica non si muove?

Perché nessun partito, al di fuori di qualche commento formale, si è mai impegnato fortemente contro il femminicidio?

Non riesco a capire perché nessun partito, al di fuori di qualche commento, diciamo d’obbligo, si sia impegnato fortemente contro il femminicidio e che non abbia promosso manifestazioni, scioperi e incomprensibile pure capire perché nessuno si sia battuto per l’aumento di pena di quel reato infamante in difesa dell’unica vera grande categoria esistente, la famiglia. Una volta le donne erano sacre, mentre oggi, indifese dalle leggi, sono spesso facili prede di bestie innominabili (non esiste nel mio vocabolario un termine giusto per un reato così infamante). Quindi tornando all’inizio del discorso quando dicevo che non capivo l’immobilismo della classe politica, ora aggiungo anche la mia meraviglia nel constatare che pure le donne politiche di ogni partito – (ogni partito lo ripeterò fino alla morte – perché non farò mai distinzioni) perché solo rimanendo nel partito –  si può combattere per una causa giusta – e allora perché queste donne politiche – non hanno creato un’alleanza trasversale, ripeto un’alleanza non politica – ma a difesa della famiglia.

Uno sfregio può essere peggio della morte. Si dovrà subire tutta la vita e l’orrore di quella piaga si rinnova, svegliandosi, ogni mattina e a differenza di chi l’ha causata non avrà mai né condoni né amnistie… Ma è mai possibile che non si comprenda abbastanza la terribile immensità dell’orrore che si subisce e che poi ha un effetto domino di emulazione e che si allarga e raggiunge anche i giovani. Il tutto è di una tristezza infinita… Quel qualcuno in alto loco lasci le lacrime di coccodrillo e si dia una mossa, come si dice a Roma.

Una piccola parentesi che devo agli ascoltatori, anche se conterà poco, ho 50 anni di matrimonio: una moglie, una figlia, una nipote e una vita serena, che auguro a tutti.

* Vladimiro Rinaldi, 90 anni, promotore sociale.

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