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Il caso delle multe di Marino e l’ipotesi delle dimissioni

Per ora solo dei rumors, nulla è certo. Se non il silenzio assordante del Partito Democratico

Mentre l’opposizione intera insorge contro il caso dei permessi ZTL che ha coinvolto, anzi letteralmente travolto, il sindaco di Roma Ignazio Marino dopo la conferenza stampa di questa mattina convocata dal senatore Andrea Augello, insieme a tutto il gruppo NCD, alcuni rumors vorrebbero che in casa PD si stia già pensando alle dimissioni.

Se Europaquotidiano.it scrive: “Il  sindaco Ignazio Marino è barricato nella sua stanza e i pochissimi che sono riusciti a parlarci riferiscono che il primo cittadino vuole pensare bene alle sue prossime mosse. Anche le dimissioni sono un’ipotesi che nessuno si sente di escludere, anche se Marino starebbe pensando di convocare una conferenza stampa per smentire questa possibilità”, l’agenzia DIRE a mettere ulteriore carne al fuoco. 

“La vicenda delle multe per gli accessi ai varchi ztl con la macchina del sindaco di Roma, Ignazio Marino, potrebbe costare la poltrona al capo di Gabinetto, Luigi Fucito” – viene spiegato dall'agenzia. Secondo quanto appreso da DIRE, infatti, “qualcuno vicino al primo cittadino starebbe auspicando questa soluzione per uscire fuori dall'impasse sul caso. Non ci dovrebbero essere, se ciò avvenisse, le dimissioni del primo cittadino invocate in queste ore dalle opposizioni dopo che il senatore Ncd, Andrea Augello, ha dimostrato l'assenza di manipolazione del sistema informatico capitolino, come invece denunciato dallo stesso Marino ai Carabinieri”. Secondo l’agenzia DIRE, “Fucito – questo il ragionamento che viene fatto – sarebbe considerato responsabile per ‘eccesso di zelo’ nei confronti del sindaco di Roma”.

L'ipotesi delle dimissioni di Fucito, però, potrebbe essere messa al palo dallo stesso primo cittadino. “Al momento, sempre secondo quanto si apprende, Marino non sarebbe convinto di questa soluzione” – conclude l’agenzia, nel riportare le dichiarazioni dello stesso: "Non c'è nessun coinvolgimento del Gabinetto, quindi non saprei".

Per ora, comunque, non c’è nulla di certo. Se non un silenzio assordante del Partito Democratico.

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