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Ignazio Marino e le multe: “Né dimissioni, né voto anticipato”

Ignazio Marino è in Assemblea Capitolina a riferire sullo scandalo delle multe non pagate, presto ribattezzato #multagate

“La mia auto è considerata più pericolosa di un cacciabombardiere del Nord della Corea”. Così Marino in merito al #multagate, in Campidoglio, dove dichiara: “Né dimissioni né elezioni in vista”. Alla presenza di 26 consiglieri, contro 22 assenti, si è aperta la tanto attesa Assemblea Capitolina che vede la presenza del sindaco Ignazio Marino per rendere conto sulle vicende delle multe non pagate a causa del mancato rinnovo del permesso ZTL. Un clima da derby in Aula Giulio Cesare: da una parte i detrattori del primo cittadino, dall’altra i suoi sostenitori. Da una parte chi grida ‘A casa’, dall’altra chi applaude. Due vere e proprie tifoserie opposte:  chi fischia viene richiamato all’ordine, ma chi applaude viene lasciato fare.

La ricostruzione di Marino, parte dai dettagli di legge. “La delibera di giunta n. 183 del 16 gennaio 1996, con le successive modifiche, stabilisce che per esercitare il suo diritto alla circolazione, al sindaco vengano rilasciati 4 permessi ZTL per 4 differenti automobili”. Per il rilascio non è “necessario che il sindaco ne faccia diretta richiesta”, poiché è “prassi dal 1996 che siano gli uffici dell’amministrazione ad occuparsene e a dover garantire che le automobili siano fornite di regolare contrassegno” durante tutto il mandato.

L’errore, quindi, spiega Marino sta in un “ritardo nel rinnovo del permesso”. O meglio: “Quando è stato richiesto il permesso annuale all’inizio del mio mandato, non è stato rinnovato per tempo al momento della sua scadenza, e così le auto sono rimaste senza contrassegno, pur non venendo meno il mio diritto a circolare. Quando gli uffici se ne sono accorti, loro stessi hanno provveduto ad attivare l’iter per il rinnovo del permesso, avvisando l’Agenzia per la Mobilità”.

A questo punto, una volta chiarito il misunderstanding, Marino passa a parlare del clamore che si è creato attorno alla vicenda delle multe non pagate. “Non ho alcuna multa pendente, perché le multe sono state annullate” automaticamente al rinnovo del permesso ZTL. Per quanto riguarda la presunta storia dell’hackeraggio del sistema informatico del Campidoglio, Marino spiega che “sabato 8 novembre mi sono stati sottoposti dagli Uffici dei documenti che sembravano attestare una manomissione, e allora ho ritenuto doveroso informare gli organi inquirenti che stanno portando avanti le loro indagini, di cui attendo l’esito”.

Insomma, secondo Marino si è trattato di errori banali, “errori che non hanno prodotto danni a nessuno se non a me stesso, errori a cui si è rimediato e che non giustificano il clamore che si è creato attorno alla vicenda” – sentenzia il primo cittadino. Un clamore che, secondo il chirurgo dem, ha messo in ombra tutta la Giunta, tutta la politica cittadina, apparsa come “incapace di prendere decisioni utili per questa città”.

Dimissioni? “Ho letto di mie dimissioni e ho sorriso” – spiega Marino – “Chi ne parla non vuole comprendere la dimensione della nostra sfida, che non è una sfida personale, ma l’ambizione di cambiare Roma. Non ho mai pensato di riuscirci da solo, è una sfida collettiva, di tutta questa classe dirigente. La strada intrapresa è la più difficile, ma è quella giusta”.  Secondo Marino, i detrattori del suo operato, e della sua Giunta, sono quelli che “trovano la ragione della loro forza nell’abusivismo e nella corruzione”, come pure “chi è sodale di quei poteri e di quegli interessi”.

La storia della Panda, nel corso dei giorni, si è però arricchita di particolari. “Hanno voluto attaccare la mia persona”.  Ma ci sono delle foto che parlano chiaro: la Panda di Marino è stata immortalata in divieto di sosta. E lo ammette lo stesso primo cittadino: “Anche di questo chiedo scusa, ma per ironia della sorte, per quella infrazione non ho ricevuto alcuna multa. Questo perché i Vigili non sono passati a controllare, e quindi nei prossimi giorni chiederò più controlli”.

La vicenda, comunque, si è conclusa con il pagamento delle multe. “Ho voluto pagare per non creare un conflitto tra sindaco e amministrazione, per fugare ogni dubbio su quanto accaduto”. Proprio come gli era stato richiesto: "Marino va avanti se fa due cose" – dicevano nei giorni scorsi al Nazareno in occasione della direzione romana del PD. Una di queste era pagare le multe.

L'attenzione è quindi ora concentrata sul sempre più probabile rimpasto di Giunta, che serve a scongiurare l'ipotesi di elezioni anticipate.

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