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Ignazio Marino e il giallo delle multe: tutta colpa degli hacker?

E’ giallo in Campidoglio: secondo il sindaco qualcuno si è introdotto nei sistemi di sicurezza del Campidoglio

“Ho appreso e subito denunciato all’Arma dei Carabinieri un fatto molto grave. Qualcuno si è introdotto abusivamente nel sistema informatico del Campidoglio della Capitale d’Italia, protetto da sistemi di sicurezza ed ha falsificato i dati relativi ai permessi di circolazione di cui io disponevo. In altre parole si è voluto creare elettronicamente un dossier falso per mostrare che io non avessi diritto a circolare liberamente per le zone a traffico limitato. Questo è facilmente dimostrabile: in una stampata di due giorni fa il permesso esisteva, in una stampata odierna il permesso è scomparso. Si tratta di un reato grave, punito con pene fino a otto anni di reclusione. Ma è per la preoccupazione di quanto stia accadendo che ho voluto immediatamente recarmi dai Carabinieri: è chiaro che questa amministrazione sta pestando i piedi a molte persone, che preferirebbero una Capitale che funzioni su base di favori e forse anche di tangenti. Noi siamo diversi e non ci facciamo spaventare”.

Con queste parole il sindaco Ignazio Marino, in un video postato su Facebook, giustifica la storia delle multe non pagate e dei permessi ZTL scaduti. Certo, l’azione è deprecabile, qualora dimostrata. Ma la questione è un’altra: possibile che lo staff informatico del Campidoglio non abbia trovato le tracce di questi accessi? E, qualora questo hacker, che al soldo di qualcuno si è messo a modificare dei dati inerenti le ZTL, davvero fosse riuscito ad aggirare così facilmente i ‘sistemi di sicurezza’ del Campidoglio, allora forse non è il caso di parlare di sistemi di sicurezza. E ancora: il sindaco non si è chiesto cosa altro ha modificato questo ‘qualcuno che si è introdotto?’. Siamo davanti ad un reato informatico di tal fatta, e ci preoccupiamo solo dei permessi di Marino?

"So che in questo momento i Carabinieri stanno interrogando una serie di testimoni e faranno luce identificando chi ha manomesso il sistema informatico del comune di Roma affinché venga arrestato" – ha poi aggiunto il primo cittadino questa mattina, a margine dell'inaugurazione del primo tratto della metro C.

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