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I giovani medici italiani cercano fortuna all’estero, anche nei Paesi arabi

Una delle cause principali dell’esodo dei giovani medici è nelle condizioni di lavoro insoddisfacenti presenti nel sistema sanitario italiano

Medico al lavoro

Il grido d’allarme lanciato da Domenico Crisarà, presidente dell’Ordine dei medici di Padova e rilanciato dalle pagine del Corriere della Sera, risuona come una eco di preoccupazione nell’intera comunità medica italiana.

Il via libera chiesto dai medici italiani per espatriare

L’emorragia di giovani talenti che lasciano l’Italia alla ricerca di migliori opportunità professionali all’estero è diventata una realtà sempre più evidente, alimentata da una serie di fattori critici che mettono a dura prova il tessuto sanitario nazionale. Crisarà, costretto a firmare con cadenza regolare i certificati necessari per il “good standing”, documento indispensabile per l’espatrio dei professionisti, si ritrova impotente di fronte al continuo esodo dei suoi giovani colleghi.

L’Ordine dei Medici di Roma

Una tendenza in netto aumento, come confermano i dati raccolti da Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, il maggiore d’Europa per numero di iscritti. Nei primi tre mesi dell’anno in corso, ben 500 giovani medici hanno chiesto e ottenuto il via libera per intraprendere la propria carriera all’estero, con una percentuale schiacciante di professionisti tra i 35 e i 40 anni. Un trend preoccupante che, secondo le stime di Magi, potrebbe portare alla perdita di quasi 20.000 medici entro la fine del 2024 a livello nazionale.

Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la federazione nazionale che raggruppa gli ordini provinciali, non nasconde la propria preoccupazione di fronte a questa fuga di cervelli. Sebbene sperasse che le previsioni fossero errate, la realtà dei fatti è impietosa: i giovani medici italiani non protestano più, si limitano a prendere le proprie valigie e a chiudere la porta dietro di sé.

Una delle cause principali dell’esodo risiede nelle condizioni di lavoro insoddisfacenti presenti nel sistema sanitario italiano. Paesi come Israele, Stati Uniti, Germania, Francia e altri sono diventati le mete predilette di questi giovani talenti, attratti da prospettive di carriera più promettenti e condizioni economiche decisamente migliori.

Secondo i dati del sindacato Sumai, pubblicati all’inizio del 2024, dal 2019 al 2021 sono stati oltre 21.000 i medici italiani che hanno fatto le valigie verso destinazioni estere, con una netta accelerazione dopo la pausa dovuta alla pandemia di Covid-19. Questi professionisti cercano altrove ciò che non trovano in patria: stipendi più competitivi e contratti di lavoro più stabili.

Troppo bassi gli stipendi dei medici italiani

La remunerazione media degli specialisti in Italia si attesta agli ultimi posti della classifica elaborata dall’Ocse, con paesi come Portogallo e Grecia a far loro compagnia. Paesi come Lussemburgo, Islanda, Olanda e altri primeggiano nella graduatoria, offrendo ai medici condizioni economiche e professionali di gran lunga superiori.

Ma non sono solo i paesi occidentali ad attrarre i giovani medici italiani. C’è un esodo più ristretto, ma significativo, verso i Paesi del Golfo, dove gli stipendi sono addirittura doppi o tripli rispetto a quelli offerti in patria. Qui, il 90% dei sanitari sono stranieri, attratti dalle generose retribuzioni mensili che possono arrivare fino a 20.000 euro, oltre a una serie di benefit che includono alloggio, istruzione per i figli e agevolazioni fiscali.

L’Italia si trova di fronte a una crisi senza precedenti nel settore sanitario, con una fuga di cervelli che rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro del sistema sanitario nazionale. È urgente intervenire con misure concrete per migliorare le condizioni di lavoro dei medici e ridare fiducia a una categoria professionale fondamentale per la salute del paese.