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Hammamet, la fine di Bettino Craxi e la triste condizione dei detenuti in Italia

La storia di Egidio Tiraborelli è una delle tante, 9 mesi di galera per aver trasportato, gratis, nella sua auto, un migrante irregolare in Italia

E’ uscito nelle sale Italiane il film “Hammamet”, Craxi secondo Amelio e all’improvviso si rinfiamma tra le solite sterili polemiche all’italiana il dibattito mai sopito sul senso della fine di Bettino Craxi, una delle figure piuà rilevanti della Prima Repubblica, morto latitante in Tunisia con due condanne definitive sulla testa, una per corruzione e l’altra per finanziamento illecito ai partiti. Qui tuttavia non valuteremo la condotta dell’ex leader socialista e Presidente del Consiglio durante gli anni di opulente potere assoluto socialista in Italia e i restanti, penosi e grigi, da cittadino gravemente malato, né la rappresentazione artistica che di Craxi ne ha fatto l’attore trasformista Pierfrancesco Favino. Prenderemo piuttosto la palla al balzo, deviando leggermente dal tema politico e polemico personale, per rinfrescare la memoria agli Italiani sul dibattito del sistema carcerario e rammentare che – quando si tratta di discutere e affrontare il tema – l’opinione pubblica italiana ha scarso entusiasmo per l’argomento, storce il naso, di pari passo ad una politica che prosegue il cammino con azioni legislative totalmente inefficaci.

Il sistema penitenziario italiano riserva agli oltre 60.000 detenuti presenti nelle 190 carceri un trattamento vergognoso, ripugnante. Craxi in fondo è morto tra i suoi familiari, nella sua dorata villa in Tunisia; in Italia, le morti di carcere – in carcere di detenuti malati terminali, la cui condizione fisica non è compatibile col regime carcerario stesso, continuano ad aumentare. La cecità, rigidezza, ottusità degli organi deputati al controllo dei richiedenti malati detenuti, è uno scandalo che non fa notizia. Di che stupirsi. Si tratta in fondo di assassini, stupratori o banditi. I numeri sono un cazzotto allo stomaco nero su bianco. Quasi il 30% delle galere italiane dispone di celle con meno di 3 metri quadri di superficie “abitabile”, violando con ciò la Convenzione dei Diritti dell’uomo. Il tasso di affollamento nazionale supera il tasso del 131%, in Puglia arriva al 160% e intorno a chi dovrebbe espiare una pena allo scopo di “ravvedersi”, bagni e mense vengono chiuse per presenza e scorrerie di topi, mentre le pile di letti a castello arrivano ormai a toccare i soffitti – marci di umidità delle celle.

I tassi di suicidio toccano livelli record. 69 nel 2019. Numero dei detenuti ultrasettantenni che scala sempre piu’ le classifiche. 29% la percentuale di imprigionati che assumono terapia psichiatrica. Questi i dati dal punto di vista del ricevente. Per quanto concerne le forze costrette a lavorare in questo inferno, al corpo di Polizia Penitenziaria mancano circa 5.000 unita’ e con i recenti tagli della legge Madia, il buco si allarga a quasi 10.000. Infine, con la chiusura degli OPG, i manicomi criminali, circa 1.500 “ospiti” sin sono visti traferire in carcere, e a causa della latitanza e cronica mancanza di siti specifici e dei servizi psichiatrici territoriali, il delirio umano si arricchiesce e aggrava.

Per chiudere sulla spietatezza dei dati una considerazione sull’animus.

Considerate ottusità e inadeguatezza con cui lo Stato Italiano si atteggia davanti ad un simile problema, oggi si torna a discutere e valutare gli atti di liberalità e tolleranza nei confronti di Craxi, che secondo alcuni a suo tempo si sarebbero dovuto manifestare nell’offrirgli la grazia o quanto meno un lasciapassare umanitario per poter ritornare da semplice malato in Italia ed essere degnamente curato, in nome dei suoi altissimi meriti di statista ottenuti durante gli anni di Sigonella e oltre.

Se stile e condotta dello Stato in tema di rispetto di diritti civili sono quelli rappresentati da quei numeri incontrovertibili, a Craxi non poteva esser garantito nulla.

La storia di Egidio Tiraborelli è una delle tante, 9 mesi di galera per aver trasportato nella sua auto un migrante irregolare in Italia. Nessun passaggio di denaro. Lo aveva fatto gratis. Ma la legge è legge, e il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare è un crimine da punire. Perciò Egidio a 82 anni è finito in galera da dove ne è uscito morto. Non di vecchiaia. Trasportato in terapia intensiva ormai allo stremo, troppo tardi, dopo esser stato rinchiuso in carcere nonostante l’età, il tumore ai polmoni e le metastasi in tutto il corpo.

Non vi fu dunque accanimento o cecità persecutoria nei confronti dell’ultimo Craxi. La legge in Italia è uguale per tutti, o quanto meno, quando fa comodo al nostro amato  Bel Paese, spesso piuttosto “mascherato” da Bel Paese.

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