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Governo Letta, arriva la fiducia del Senato

E intanto i primi dissapori sulla questione Imu

LA FIDUCIA – Letta ottiene anche la fiducia del Senato con 233 sì, 59 no e 18 astenuti.
Che, sommati ai 453 sì dei deputati, assicurano al governo Letta un’ampia maggioranza.

IL DISCORSO DI LETTA – “C’è un carico di aspettative francamente eccessivo” nei riguardi del nuovo Esecutivo. Così ha dichiarato oggi Enrico Letta in occasione del dibattito a Palazzo Madama.
“Se non c'é la consapevolezza dell'oggettiva fragilità di quanto fatto – ha aggiunto – e di quanto stiamo facendo e si pensa che tutti i problemi si siano risolti facendo un governo io credo che abbiamo sbagliato. La situazione rimane di grandissima difficoltà. C'é un'emergenza, che non scompare perché le Camere hanno dato la fiducia. Dobbiamo renderci conto che bisogna fare dei cambiamenti che servono a tutti nel senso della concretezza. Io avrei voluto un diverso esito elettorale ma la realtà è quella che abbiamo di fronte. La realtà è il principale tema che un uomo politico deve mettere al centro della sua azione, oppure raccontiamo a noi stessi delle favole per stare tranquilli. Metto la convenzione al centro della riflessione, ribadisco qui che è un tema rispetto al quale proprio al Senato, con il presidente Schifani, si è fatto un lavoro molto forte, marcato e profondo che ha portato a tanti punti di convergenza possibili che spero possano essere utilizzati”.

Situazione di difficoltà che, naturalmente, non è imputabile solo agli eventi negativi degli ultimi mesi.
“Un Parlamento con 945 tra senatori e deputati, con gli stessi poteri, non funziona”.
Proprio per questo Letta pone l'attenzione sul tema della convenzione costituente.

In ogni caso, la vita di questo governo, dunque, sarà legata al raggiungimento degli obiettivi programmatici annunciati ieri da Enrico Letta di fronte all’Aula di Montecitorio.
“Io ieri ho indicato il termine di 18 mesi – ha dichiarato il Premier – e non perché ho voluto essere irrispettoso nei confronti del Parlamento, ma semplicemente perché ritengo che la vita di questo governo debba essere legata al raggiungimento di punti fermi e adempimenti certi che i cittadini devono poter esigere dalla politica”.

IMU SI, IMU NO – E mentre Enrico Letta esorta all’unione e alla collaborazione, è già polemica sull’Imu.
Per ora l’unica certezza, come avverte Graziano Delrio, è che “la rata dell’Imu di giugno verrà sospesa in attesa di un nuovo regime che possa aiutare le famiglie meno abbienti. Il lavoro sarà fatto con il Parlamento”.

Anche Dario Franceschini ha dichiarato che “l'Imu non verrà tolta, ci sarà una proroga per la rata di giugno. Avremo quindi un problema di cassa per i comuni e ci sarà anche la questione di evitare l'aumento dell'Iva nell'estate 2013. Ci siamo appena insediati, ma la prossima settimana vareremo un provvedimento apposito. È comunque nostra intenzione evitare decreti legge omnibus”.

Non si sbottona Enrico Letta, che dichiara che sull’Imu vale quanto detto in Aula ieri: “bisogna superare l'attuale sistema di tassazione della prima casa, intanto con lo stop ai pagamenti di giugno per dare il tempo al governo e al Parlamento di elaborare insieme e applicare rapidamente una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti”.

Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, ha fatto sapere che per ora è fiducioso riguardo l’abolizione dell’Imu promessa dal nuovo Presidente del Consiglio. Ma a giudicare dalle incertezze al riguardo, se l’impegno assunto non dovesse essere rispettato, il Pdl non sosterrà più dall’interno il nuovo Esecutivo.

Al momento, contrari all’abolizione dell’Imu si mostrano i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Secondo Susanna Camusso, abolire l’Imu vuol dire sottrarre risorse necessarie.
“Bisogna scegliere e dire che si difendono le persone con una sola casa, non chi ha 20 ville e 37 appartamenti, e con valore basso”, ha dichiarato la segretaria della Cgil, facendosi portavoce anche di Cisl e Uil.

E mentre si alternano le dichiarazioni delle parti sociali e dei nostri parlamentari, l’Unione Europea da Bruxelles inizia a fare pressione.
La Commissione ha avvertito che “gli obiettivi di bilancio per l'Italia non cambiano e il nuovo governo dovrà dire come intende rispettarli senza nuovo indebitamento”.
Ma poi precisa: “è presto per commentare, abbiamo bisogno di vedere i dettagli delle misure che verranno prese”.

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