Giornalisti in piazza anche a Roma. Ma è una logica sballata
Invece di protestare contro il M5S, si dovrebbe ragionare sui motivi della perdita di credibilità
Cotta e mangiata. Come è tipico dei “flash mob”, che sono appunto delle riunioni pubbliche convocate in quattro e quattr’otto e dando la priorità all’immediatezza anziché alla numerosità dei partecipanti.
La preannunciata manifestazione dei giornalisti si è svolta in simultanea in diverse città. E qui a Roma, in particolare, la sede prescelta è stata Piazza Santi Apostoli. All’appuntamento si sono ritrovate alcune centinaia di persone: non proprio un flop, viste le modalità accelerate dell’iniziativa, ma neanche un successo tale da lasciare il segno. Per prima cosa, del resto, bisognerebbe sapere con una certa esattezza quanti erano i giornalisti e quanti i cittadini. Così da capire se e in quale misura le proteste dei primi siano condivise dai secondi.
La questione, d’altronde, è di carattere più generale: che cosa dovrebbe attestare la riunione in piazza di un numero limitato di dimostranti che difendono la propria categoria professionale, quando non si arrivi a creare una vasta mobilitazione popolare? È chiaro che qualsiasi gruppo sociale non del tutto irrilevante è in grado di inscenare una qualche manifestazione pubblica. Ma se non si crea una potente saldatura con vasti settori della popolazione, la cosa si riduce a una specie di soliloquio: ci si dà ragione da soli, e finisce lì.
Il vero problema che dovrebbero affrontare i ‘colleghi giornalisti’ è che nel corso degli ultimi anni la credibilità della categoria si è sgretolata. E la causa principale non sono certo gli attacchi virulenti degli M5S, ma l’impressione collettiva di una sostanziale convergenza, per non dire connivenza, con i potentati economici e politici che detengono il potere sia in Italia, sia in Europa. Da qui, una disaffezione crescente. Sulla quale, poi, c’è chi ha gettato ulteriore benzina.
È da questa consapevolezza, che bisognerebbe ripartire se davvero si volesse provare a riconquistare la fiducia dei lettori.
Se invece ci si continua a cullare nell’illusione di essere ineccepibili, e che gli strali lanciati dai vari Di Maio e Di Battista siano dovuti solo a un bieco calcolo propagandistico, allora non si andrà da nessuna parte. Ma solo nella piazza di turno, per la protesta di turno, per il selfie audio-video di turno.