Prima pagina » Cronaca » Gelo e cappotti in aula. L’inverno nero delle scuole italiane

Gelo e cappotti in aula. L’inverno nero delle scuole italiane

“Purtroppo sono problemi ben noti che, senza un piano di efficientamento energetico degli edifici scolastici e di fondi specifici per comuni e province, sono destinati a restare”

Alunni in coperta fuori dalla scuola

Le scuole italiane non se la passano bene, gli studenti non hanno pace dall’inizio dell’anno tra scioperi, manifestazioni e il generale pessimo stato delle strutture.

Il sito Skuola.net ha lanciato nei giorni scorsi un sondaggio. La fotografia di una scuola avvolta nel gelo.

Il crollo generalizzato delle temperature che ha interessato l’Italia negli ultimi giorni, unito all’obiettivo di scongiurare una nuova ondata invernale di contagi da Covid nelle scuole, sta trasformando la quotidianità di tantissimi studenti in una vera e propria lotta contro il freddo.

Leggendo i risultati del sondaggio scopriamo che su un campione di 5.000 alunni delle superiori – quasi la metà (44%) quando è in classe batte i denti per via delle basse temperature in aula.

A questi aggiungiamo quelli che (un 31%), pur non parlando di gelo, lamenta comunque un qualche disagio. Alla fine, facendo un calcolo su coloro che non hanno freddo, solo 1 studente su 4 si trova in un ambiente “gradevole dal punto di vista climatico”

Caro bollette e contenimento dei contagi

Alla base della stretta ai termosifoni troviamo il vertiginoso aumento dei costi delle energie che si riversa anche sulle scuole e ne provoca un abbassamento generale delle temperature alle caldaie.

Una stretta che coinvolge oltre un quarto degli studenti “al freddo” (27%) che racconta come ciò avvenga perché i termosifoni vengono accesi di meno per limitare i consumi.

Salvaguardare la continuità didattica è la parola d’ordine per il 25% degli studenti, il gelo in aula sostengono sia generato dalla necessità di tenere quanto più possibile le finestre aperte per evitare la circolazione del virus.

Vecchi problemi che si sommano ai nuovi

Per una buona metà del campione raggiunto però, le cause del freddo in classe sono quelle “storiche”. Il 20% afferma che, sebbene i riscaldamenti siano regolarmente accessi, la scarsa manutenzione dell’edificio scolastico e la presenza di infissi che ormai non isolano più non consentono che si raggiungano temperature decenti. L’11%, dei ragazzi sostiene che l’impianto è “sofferente” e per questo è in funzione solo per parte della giornata. Altrettanti (11%) denunciano che l’impianto è proprio guasto.

Difendersi coi cappotti

Ma la didattica deve andare avanti anche a finestre aperte. E allori ragazzi cercano di organizzarsi. Cappotti e giubbotti indossati durante l’orario di scuola per uno studente su due.

In alternativa, si va in classe con la coperta: così per il 18%. Oppure ci si procura una stufetta elettrica (4%).

Difficile trovare una soluzione efficace

“Purtroppo sono problemi ben noti che, senza un piano di efficientamento energetico degli edifici scolastici e di fondi specifici per comuni e province, sono purtroppo destinati a restare. Anche quando, auspicabilmente, la pandemia sarà terminata”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.