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Franco Battiato in concerto al “Centrale Live” Foro Italico

Grande successo del cantante (poeta) siciliano al Centrale Live Foro Italico nella sua unica serata

Un pubblico di ogni generazione è accorso numeroso lunedì 14 luglio al nuovo Centrale Live del Foro Italico per accogliere l'esibizione di Franco Battiato accompagnato dall'Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini che già lo aveva affiancato nei concerti con Antony and the Johnson, tenuti a settembre 2013.

Un Battiato riservato e ironico allo stesso tempo, che ha ripercorso in due ore ininterrotte con le sue canzoni la sua storia musicale, il suo percorso di musicista e di uomo, la sua profonda ricerca spirituale e filosofica che ha ispirato da sempre la sua musica, segnando le tappe della sua evoluzione interiore.

Dal sufismo che ha abbracciato negli anni '70 – ricorda di come fosse stato seriamente intenzionato a studiare l'arabo per leggere i testi sufi in lingua originale – a Gurdjieff, ai padri del deserto, al cristianesimo esoterico, ai mistici indiani…. "Cristo parlava di reincarnazione", ricorda nel concerto introducendo la canzone "Testamento", affermando che ogni volta abbia parlato ai vescovi dell'argomento la risposta avuta sia stata sempre la stessa: "L'argomento è cosa delicata".

L'esibizione si è aperta puntualissima con l'esecuzione emozionante di un concerto per santur dell'orchestra filarmonica di Arturo Toscanini con Lamberto Curtoni al violoncello e Alireza Mortazavi al santur, in attesa che il pubblico si sistemasse e che anche gli ultimi ritardatari prendessero posto nel centrale completamente pieno.

Nelle suggestioni create dal violoncello e dal santur, Franco Battiato inizia il concerto con la canzone "Secondo imbrunire" dell'album Fisiognomica, a cui è seguito un repertorio che ha spaziato tra i pezzi più mistici e metafisici dell'autore, tra cui "I giardini della presistenza", pezzo che Battiato non cantava da trenta anni  e che ha  introdotto ricordando che "certi  artisti che funzionano sono spesso ispirati dalle dimensioni più alte". Poi, l'indimenticabile "La cura", "E ti vengo a cercare", "Un oceano di silenzio", "Lode all'inviolato", "Segnali di vita", "Io chi sono", "Niente è come sembra", "L'animale", "Prospettiva Nevsky", "Sesso e castità", "L'altra vita", "Gli uccelli" e tante altre.

Tra i testi delle canzoni scelte per la serata si sono alternati i temi più cari: l'apparente stato di veglia in cui l'uomo svolge la sua esistenza, il sonno dell'uomo e lo sforzo di tornare ad essere di nuovo presente a se stesso, di risalire dalla caduta per non doversi più reincarnare sulla terra, il ricordo di età dell'oro in cui l'uomo era collegato e viveva nell'attenzione e nella consapevolezza di essere connesso a tutto. "Noi non siamo mai nati e non siamo mai morti", canta in "Testamento".

Come già avvenuto in precedenti concerti, il giornalista Marco Travaglio è salito sul palcoscenico per cantare insieme a Battiato questa volta la famosa "Cuccurucucu paloma".

Immancabile il bis del Maestro che ha previsto, tra l'altro, "La stagione dell'amore" e "Tutto l'universo ubbidisce all'amore", davanti a un pubblico totalmente entusiasta che non lo lasciava più andare via.

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