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Macchina sbagliata ed errori dei piloti: il weekend più triste della Ferrari

Nel Gran Premio di Stiria (replay dell’Austria) la disfatta completa per la Rossa: qualifica e gara disastrose in cui non si salva nessuno. E non c’è tempo per rimediare…

Ferrari

Mattia Binotto

Doveva essere un weekend importantissimo per la Ferrari a Spielberg. Dopo i gravi problemi aerodinamici malcelati dal podio miracoloso di Leclerc di domenica scorsa, la Rossa aveva portato a tempi di record aggiornamenti alla SF1000 per correre ai ripari ed essere più competitivi. Il risultato? Non è dato saperlo. Ed è questo uno dei tanti punti negativi di un weekend, quello del Gran Premio di Stiria, che definire disastroso è riduttivo.

Nel sabato bagnato, Ferrari 6° macchina del lotto

Il secondo fine settimana della stagione non era cominciato malissimo a dire il vero. Nelle libere del venerdì la Ferrari aveva fatto diverse prove comparative e sembrava aver migliorato il bilanciamento della monoposto, con effetti positivi nelle simulazioni di passo gara. La 9° posizione di Leclerc e la 16° di Vettel si spiegavano col fatto che la Rossa non aveva provato il giro secco. Ma il diluvio nella giornata di sabato, con le FP3 del mattino cancellate e le qualifiche completamente bagnate, ha messo in difficoltà una macchina che era ancora da rodare.

L’eliminazione di Leclerc nel Q2 e la decima piazza di Vettel hanno evidenziato come la SF1000 patisce a livello di carico aerodinamico. Il fatto che avessero l’assetto d’asciutto non spiega tutto: la prima Ferrari in classifica è venuta dopo due Mercedes, due Red Bull, due Renault, due McLaren e un’Alpha Tauri (con la delusione della Racing Point, finora sempre davanti alla Ferrari). La penalità comminata a Lelcerc poi ha peggiorato il quadro: quinta e settima fila in qualifica. E partire così indietro può portare problemi in partenza…

In gara la disfatta al completo, con Leclerc stavolta sul banco degli imputati

Con le prime tre curve molto lente, il circuito di Spielberg spesso si presta a incidenti nelle prime fasi di gara. La Ferrari, che ambiva di risalire posizioni in gara, doveva uscire indenne dal primo giro e poi impostare una gara all’attacco. È mancato il primo elemento: Seb che parte male con la mescola più dura e Charles che in curva tre prova un sorpasso azzardato verso il compagno di squadra. Crash inevitabile e distruzione dell’alettone posteriore per Vettel, dell’anteriore e del fondo per Leclerc. Gara praticamente finita dopo tre curve.

Le facce atterrite al muretto e dei due piloti, la delusione esplosa via social dei tifosi, fino all’ammissione dell’errore da parte del monegasco. Il predestinato, l’unica nota lieta nella gara di domenica scorsa in cui aveva trovato il secondo posto dal nulla, ha sbagliato completamente l’approccio alla gara. Sette giorni fa l’attendismo aveva premiato, oggi è partito con la gomma soft per una gara d’attacco e recuperare velocemente dal 14° posto in griglia. Un attacco ottimista e rischioso, considerando il primo giro e il compagno di squadra. L’ammissione senza segna un punto in più su un processo di crescita che non è ancora completo, ma alla voce punti c’è un doppio zero pesantissimo.

E tempo per riflettere non c’è: domenica prossima spazio all’Hungaroring, pista completamente diversa con aggiornamenti arrivati sì in anticipo ma di cui non conosce ancora il potenziale. Tanto lavoro da fare in pochissimo tempo. Ma in momenti di crisi, nel momento più buio da 13 anni a questa parte, vengono fuori le parole di Mattia Binotto. In particolare due dichiarazioni sono emblematiche: “Non ci sono colpevoli da trovare: dobbiamo lavorare uniti” e “Non è una situazione banale, non è all’altezza del nome della Ferrari”. Un’ammissione amarissima da parte di una delle figure più sotto pressione: urge un cambio di passo per risollevare una stagione breve nata già storta.

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