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Elezioni 2018. Nessun partito ha la maggioranza assoluta, chi governerà?

L’esito del voto politico ha scompigliato tutte le carte

L'esito del voto politico ha scompigliato tutte le carte. Di fatto però, nessuna forza politica ha raggiunto il 40%, cioè la maggioranza assoluta, dunque è difficile capire chi governerà il Paese. I dati incoronano i Cinque Stelle e anche la Lega di Matteo Salvini, che nella coalizione del centrodestra supera i forzisti di Betrlusconi. Il Partito Democratico, ai minimi storici, è sconfitto da un esito che lo vede al di sotto del 20%, terzo partito italiano, andrà all’opposizione.

Cosa farà Mattarella, ora cosa accadrà?

A chi darà l’incarico di governare il Presidente Sergio Mattarella: al primo partito, alla prima coalizione oppure a chi ha più possibilità di formare un Governo?

Secondo il costituzionalista Michele Ainis su Repubblica si tratterebbe dell’ultima opzione. Mattarella è un ‘’notaio’’ delle dinamiche politiche afferenti al Governo, se i partiti non sono in grado, lui potrebbe aiutarli se ci fosse un’impasse, forse darà il mandato ai Cinque Stelle.

Secondo Paolo Decrestina del Corriere della Sera, il presidente Mattarella potrebbe dare un mandato esplorativo o anche di pieno mandato:  ‘’ Visti i numeri che si vanno delineando alle Camere, non sarà semplice il compito del Capo dello Stato. Potrà comunque conferire un incarico esplorativo o pieno a un presidente del Consiglio. Se l’incaricato scioglie la riserva, poi potrà presentare la lista dei ministri al Colle’’.

Diego Pretini  de Il Fatto Quotidiano analizza così l’esito del voto politico: ‘’Difficile elaborare uno scenario attendibile sui seggi in Parlamento, su una maggioranza, su un possibile governo. Regna, trionfante, soprattutto il caos. Il centrodestra è in vantaggio come coalizione e quindi, se si presenterà unita alle consultazioni del Quirinale, potrebbe ricevere per primo la chiamata di Mattarella per la formazione di un governo. Di sicuro non sarà Tajani, visto che la golden share è passata ai leghisti. L’alleanza Berlusconi-Salvini-Meloni può contare, secondo diverse proiezioni, su una forbice tra i 250 e i 275 seggi. Ma dall’altra parte c’è la prima forza politica del Paese che stacca la seconda di 15 punti. Il M5s sarà “il perno fondamentale del Parlamento” come dice Roberto Fico fino a ipotizzare che Luigi Di Maio possa diventare il primo presidente incaricato. Ma i Cinquestelle, sempre secondo le proiezioni, non vanno oltre i 236 deputati: ne mancano parecchi per arrivare a 316’’.

Ugo Magri della Stampa, sostiene che è chiaro e sorprendente come sia saltata quella che fu definita un’ipotesi ‘’Renzusconi’’, cioè un patto del Nazareno bis tra forzisti e dem: ’’Difficile prescindere dai pentastellati. Resta l’incognita leghista. Eventuali «campagne acquisti», come ne abbiamo viste in passato, non basterebbero a colmare il gap. Al momento di conferire l’incarico di governo, Mattarella non se lo farà strappare a furor di popolo: certo non da Salvini e nemmeno da Di Maio. Chi aspirerà a governare dovrà presentarsi al Quirinale forte di una maggioranza chiara, limpida, precostituita, alla luce del sole, non raccogliticcia né rimpolpata da parlamentari eletti nello schieramento avverso.

Infine, chiosa: ‘’Altra certezza agli occhi di Mattarella: un ipotetico governo Pd-Forza Italia sarebbe privo dei voti necessari per la fiducia. Perfino se Renzi e Berlusconi riprovassero ad accordarsi, come ai tempi del Nazareno, quei due da soli farebbero poca strada, probabilmente nessuna. La chiave per dare un governo al Paese non passa più da loro: così hanno deciso gli elettori. Prescindere dai grillini d’ora in avanti sarà difficile, forse impossibile’’.

Un terzo degli italiani li ha votati e questo è uno dei pochi dati palesi del voto politico appena espresso. 

 

Foto presa dal profilo ufficiale facebook del Quirinale

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