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Draghi abbattuto in Senato, si va verso elezioni anticipate in autunno

A Palazzo Madama, sulle comunicazioni del Premier si sfilano anche Lega e FI, oltre al M5S che ha innescato la crisi: è il de profundis del Governo, adesso si può solo votare

Mario Draghi con la mano sul viso

Mario Draghi

Il Premier Mario Draghi ha perso la fiducia. La drammatica seduta del Senato susseguente alla crisi di Governo innescata dal suo predecessore Giuseppe Conte ha infatti certificato la dissoluzione della sua maggioranza ecumenica. È il de profundis per l’esecutivo dell’ex numero uno della Bce: a questo punto l’unica strada possibile è quella delle elezioni anticipate.

Mario Draghi con la mano sul viso
Mario Draghi

La fine del Governo Draghi

Fine corsa per l’esecutivo Draghi, abbattuto a Palazzo Madama dopo il voto sulle comunicazioni rese in seguito all’invito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. SuperMario, come riporta TGCom24, aveva in pratica tenuto un nuovo discorso programmatico, insistendo sull’esigenza di avere un Governo che «può davvero governare». E dunque rispondere alle sfide dell’attualità, quali – rileva Il Sole 24 Ore – la riforma della concorrenza, il nuovo Dl Aiuti, il sostegno militare all’Ucraina.

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

Come però ha notato Il Giornale, non erano mancate stoccate non solo all’indirizzo dei ribelli del M5S, ma anche del Carroccio. Che infatti non avevano applaudito al termine dell’intervento, facendo già presagire l’imminente tempesta.

Da via Bellerio come da Forza Italia, in realtà, avrebbero poi aperto al rinnovo del sostegno all’esecutivo. Condizionandolo, scrive La Stampa, alla discontinuità «sia per le scelte politiche sia nella composizione» della maggioranza, che tradotto significava escludere il MoVimento. Ipotesi che però l’economista romano non ha voluto prendere in considerazione.

Alla fine, come riferisce Sky TG24, i grillini e il cosiddetto centrodestra di Governo hanno deciso di non partecipare al voto. La mozione filo-chigiana è passata con appena 95 sì (e 38 no), sancendo de facto il game over per l’esecutivo, nonché per l’intera legislatura.

Verso il voto in autunno

Domani, giovedì 21, il Presidente del Consiglio salirà dimissionario al Quirinale che, malgrado l’idiosincrasia per le urne, dovrà prendere atto che non c’è altra strada percorribile. Sarà dunque inevitabile lo scioglimento delle Camere, cui seguiranno, dopo 45-60 giorni, le elezioni anticipate (di qualche mese). Le quali, come calcola l’Adnkronos, potrebbero aver luogo tra l’11 settembre e il 2 ottobre – quest’ultima considerata la data più probabile assieme al 25 settembre.

Palazzo Chigi
Palazzo Chigi

Nel frattempo è già partito il rimpallo inter-partitico sulle responsabilità della caduta della Governo Draghi. Con Lega e il Pd che si accusano reciprocamente, e tutti che puntano l’indice contro il Movimento 5 Stelle. Con il voto pressoché certo in autunno, la campagna elettorale è già entrata nel vivo.