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Dott. Di Bella sulla condanna dei genitori di Eleonora per aver rifiutato la chemioterapia

Omicidio colposo per i genitori di Eleonora, 17 anni, affetta da leucemia linfoblastica acuta, che si rifiutarono di sottoporla alla chemioterapia

Dott. Giuseppe Di Bella

Dott. Giuseppe Di Bella

L’informazione sta dando la massima diffusione ed evidenza alla condanna per omicidio colposo dei genitori per aver rifiutato che la figlia Eleonora di 17 anni, affetta da leucemia linfoblastica acuta, venisse sottoposta alla chemioterapia.

La sopravvivenza alla leucemia

Tutti gli articoli fanno riferimento alle dichiarazioni dei medici secondo cui Eleonora avrebbe avuto con chemio una possibilità di guarigione attorno all’80%. Riporto la pubblicazione sulle mediane di sopravvivenza dell’ematologia di Pavia: “Più dell’80% dei bambini e circa il 30-40% degli adulti sotto i 60 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta guariscono. Per i pazienti anziani (sopra i 60 anni) la percentuale di guarigione è di circa il 10%.

Eleonora si è ammalata a 17 anni ed è deceduta a 18 anni. Pertanto non rientra sicuramente nella casistica dei bambini, ma degli adulti, in cui la sopravvivenza dichiarata è del 30%-40% . Ma nelle statistiche internazionali ufficiali di sopravvivenza oncologica e/o ematologica viene riportato insieme alla sopravvivenza un altro dato essenziale. Un dato che in questo caso è stato omesso, per valutare le reali possibilità di qualsiasi terapia e operare una scelta consapevole e informata: la sopravvivenza. Bisogna specificare a quanti anni: sopravvivenza a 5 anni, a 7 anni, oppure guarigione stabile, definitiva.

Le recidive nella leucemia

Vanno indicate anche le percentuali di recidive, le ricadute a 3 o 5 anni, ecc. Non è certo un segreto che una percentuale di tumori ha recidive, riprese e tra questi sicuramente le leucemie linfoblastiche acute chemiotrattate ad alte dosi. Tutti gli articoli su Eleonora lasciano intendere che queste percentuali di sopravvivenza siano un dato definitamente acquisito, stabile, di casi che nel corso della loro esistenza non hanno più avuto recidive, riprese del tumore, “Sono guariti”.

Solo in questo contesto è scientificamente ed eticamente corretto parlare di “Guarigione”, diversamente il termine appropriato è remissione. Questo perché non sono certo rare in tutti i tumori e sicuramente nelle leucemie linfoblastiche acute, le recidive, le riprese, generalmente più aggressive e resistenti del tumore primitivo.

E proprio nei protocolli oncologici che prevedono alte dosi chemioterapiche per cause note e documentate: “potente induzione della mutabilità adattativa, con raffiche di mutazioni che consentono alle cellule tumorali di selezionare e trattenere una serie crescente di vantaggi, come l’aumento progressivo della velocità di crescita, mobilità, resistenza, tossicità. Oltre a stress ossidativo, picco di radicali liberi, delle metallo proteinasi, grave deficit immunitario”.

Pubblicazioni relative:

J Theor Biol. 1996 Feb 21; 178 (4) : 375-80 Israel L

Tumor progression: random mutation or a integrated survival response to cellular stress conserved from unicellular organism?

Nat. Rev. Cancer 2011 May; 11 (5):375-82 Lambert G et all.

An analogy between the evolution of drugs resistance in bacterial communities and malignant tissues.

E’ significativo sulle statistiche di sopravvivenza, l’articolo del Quotidiano Sanità:

“In un follow-up a 7 anni è documentato che il 33% di ammalati neoplastici muore per disturbi cardiaci causati da terapie mediche oncologiche e il 51% per progressione del tumore. Sopravvivenza reale dei pazienti neoplastici a 7 anni meno del 16%.

Sulla mortalità causata dalla chemio la prestigiosa rivista Lancet pubblica:

The Lancet Oncology Volume 17, No9, p- 1203-1216, Sep 2016

30-days mortality after systemic anticancer treatment for breast and lung cancer in England: a population-based, observational study. Michael Wallington, BA et. All

La chemio, entro il primo mese di cura, può uccidere da 2,4 al 50% dei pazienti.

Il seguente studio multi-centrico condotto in Australia e negli USA su 220 mila pazienti, in 22 varietà neoplastiche, non operati ma chemiotrattati, ha evidenziato una sopravvivenza a 5 anni del 2,3 % in Australia e del 2,1 % negli USA.

Clin. Oncol (R Coll Radiol) , 2004 Dec; 16 (8): 549-60 The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies.Morgan G, Ward R, Barton MDepartment of Radiation Oncology, Northem Sydney Cancer Centre, Royal North Shore Hospital, Sydney, NSW, Australia.

La manipolazione delle statistiche

E’ ormai noto e da più parti denunciato il meccanismo con cui le statistiche vengono chiaramente manipolate da alcune multinazionali. Dalle pubbliche dichiarazioni del Nobel per la medicina Randy Scheckman: “la ricerca in campo scientifico non è affatto libera, ma in mano ad una cerchia ristretta, tutt’altro che indipendente” … “ormai le riviste scientifiche non pubblicano contenuti in base alle ricerche ma in base all’interesse legato alle vendite”.

In questo modo si crea un circolo vizioso, perché anche i ricercatori sono spinti a modificare i risultati ottenuti e il loro lavoro per vedere pubblicate le loro ricerche.

La Prof.ssa Marcia Angell, per 20 anni direttrice scientifica ed editoriale di una delle massime testate medico – scientifiche mondiali, il New England Journal, nel suo volume “The truth about Drug Companies”, (La verità sulle case farmaceutiche), conferma e condivide in pieno la denuncia di Scheckman.

Sarebbe opportuno alla luce di queste autorevoli denunce, valutare le statistiche oncologiche di sopravvivenza pubblicate sulle riviste internazionali e considerare anche l’asservimento della ricerca e delle terapie al profitto. Non faccio commenti sulla vicenda, ma invito a valutare il caso anche alla luce di queste documentate realtà. La dittatura terapeutica e il pieno controllo della vita e della salute sono ormai totalmente realizzati dalla UE e confermati in questi giorni dalle decisioni conformi del governo italiano sull’obbligo vaccinale.

Questi programmi si possono tanto più facilmente realizzare quanto più una pubblica opinione è impaurita, irretita, rassegnata, inerte, imbelle, incolta, ininfluente, disattenta e pertanto plagiabile dai centri di potere che possono asservirla ai propri interessi. Tanto più basso è il livello intellettuale, infimo quello morale, povero quello culturale, svilita la dignità, debole il sentimento di comune appartenenza ad una tradizione, storia, sensibilità, lingua, spiritualità, cultura, tanto maggiore è il rischio di servire ben dissimulati e inconfessabili interessi.

In Italia il rischio di servire questi interessi è sicuramente più elevato. Il nostro popolo ha una libertà solo formale, perché sotto le mentite spoglie di una sedicente democrazia è stato imposto dagli amici dei nemici un regime ipocrita corrotto e corruttore basato su una demagogica e ossessiva retorica di mistificazione, falsificazione e disinformazione che maschera la totale assenza di verità e di valori. Per la gestione del potere è determinante il controllo di quanto concorre a formare le coscienze, la mentalità, i costumi, il carattere, la cultura dei popoli.

La pianificazione di un progressivo decadimento morale, spirituale culturale, basato sul sovvertimento delle leggi naturali, sull’inquinamento delle coscienze, sulla perversione dell’arte, sulla mistificazione della cultura, è da tempo un chiaro obiettivo strategico.

In Italia con il Rinascimento si giunse alla sublimazione dell’arte, si posero le premesse della civiltà e della cultura moderne, di un pensiero scientifico, di un ‘espressione artistica, di uno sviluppo culturale sempre intimamente congiunti con le radici profonde e vere, autentiche, del nostro essere. Con una concezione altamente morale finalizzata all’elevazione etica dell’uomo raggiungendo quel raro equilibrio tra ragione e fede, esclusivo patrimonio della nostra civiltà. Tentare di sovvertire, scardinare, sostituire questi valori, costituisce ad un tempo il fine ultimo e inconfessabile, dissimulato e mortale del disegno satanico del “Nuovo Ordine Mondiale” che rappresenta l’infimo grado di perversione e degradazione cui può decadere l’uomo. Coraggio, “Portae inferi non praevalebunt”.

Dott. Giuseppe Di Bella