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Di Stefano, Casapound: “Dopo Facebook faremo causa alle televisioni”

Dopo la vittoria legale contro facebook e le provocazioni con le sardine, parliamo di economia ed emergenza abitativa

Simone Di Stefano, vicepresidente nazionale di Casapound ci ha rilasciato un'intervista nella quale abbiamo parlato di Sardine, che domani scenderanno in piazza nella Capitale, di facebook e di censura, ma anche di quali siano le priorità oggi in Italia secondo questo movimento.

 

Stephen Ogongo del movimento delle 'Sardine' ha invitato anche Casapound a scendere in piazza domani sabato 14 dicembre, e lei ha risposto che potreste essere in piazza con loro, in che modo e cosa intendeva?

“Ci saremmo certamente presentati come singoli e non come gruppo, solo i personaggi un po' più noti magari, ma questo dialogo da parte delle sardine, non c'è alcuna voglia di realizzarlo. Questa piazza si dichiara ottusamente 'contro', vuole cantare 'Bella ciao' e non parlare di temi urgenti per il paese, come l'emergenza abitativa, la disoccupazione, il mutuo sociale affinché i ragazzi possano comprarsi una casa senza passare per le banche, la riforma bancaria, i salari;temi che portiamo avanti da sempre e che storicamente interessavano la sinistra ma di cui mi sembra non si occupino più. Ma a quanto pare non è una piazza responsiva, perché hanno rifiutato la nostra partecipazione”.

 

Paradossalmente avete delle priorità in comune!…vuole commentare il fatto che avete vinto la battaglia legale contro Facebook ed è stata riattivata la vostra pagina. In Italia c'è un problema di censura, c'è un limite alla libertà di espressione? mi fa qualche esempio?

“Il limite è la Costituzione. Casapound è un'aggregazione politica e deve avere lo spazio che hanno tutti. Escluderla da Facebook significa escluderla dal dibattito politico italiano, e questo lo ha certificato il magistrato. La censura c'è eccome, Casapound può parlare solo in par condicio, quando ci sono le elezioni e questo è scandaloso, perché ogni giorno tutti parlano di Casapound e Casapound non può replicare, spiegarsi, esprimersi…ognuno utilizza il movimento nei suoi programmi televisivi per dargli i connotati che vuole mentre noi non possiamo difenderci. Forse avvieremo una causa contro la Tv di Stato che deve lasciarci spazio di espressione, perché la Costituzione parla chiaro”.

 

Quali sono le vostre priorità per l'Italia come movimento politico, cosa vorreste per questo paese?

“La sovranità della nazione, poter decidere sul territorio in autonomia, senza diktat di organismi sovranazionali quali il Fondo Monetario Internazionale, l'Unione Europea, sovrastrutture che negli ultimi trenta anni si sono organizzate per togliere la sovranità agli stati. Vogliamo che i nostri cittadini abbiano una casa di proprietà e un lavoro stabile, la possibilità di fare figli. Sembrano cose scontate ma oggi per le famiglie italiane non lo sono, serve una visione e una visione economica collettiva. Ogni volta che lo Stato decide per una legge, deve farsi 'bollinare' senza l'Europa e questo non è accettabile. Negli anni '80 la moneta era un mezzo e una possibilità per la popolazione, ora è stagnante e ci fa ammalare come un corpo senza movimento, non abbiamo potere di spesa, la ricchezza nelle mani di chi già la possiede, avvizzisce il sistema”.

 

Cosa vorrebbe dire 'neofascismo' in Italia, oggi? Come si traduce questa parola nella politica e nella società contemporanea?

“Il problema è principalmente semantico, il contenuto del termine è ormai vacuo. Io sono contro la dittatura, chi non lo è? Il fascismo è anche un tipo di economia, di visione sociale, di Stato sociale, di assistenza, di dottrina economica, e noi ci rifacciamo agli economisti di quell'epoca. L'IRI fascista era un ente pubblico che prevedeva l'intervento dello Stato in economia, per mezzo del quale esso comprava e risanava per poi rimettere sul mercato, ciò che i cittadini non riuscivano a portare a compimento. Il fascismo come costola del socialismo, è questo che ci interessa. I liberisti credono nel dominio dei capitali, e al benessere che secondo loro ne deriva, anche se io credo che loro pensino esclusivamente al loro personale benessere. Anche Fratelli d'Italia, Alleanza Nazionale, ci ritroviamo tutti nelle radici socialiste. Ma oggi ci interessa di più quello che vogliamo realizzare per il presente”.

 

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