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Denatalità in Italia, ma quanto costa crescere un figlio nel nostro paese?

La stima Bankitalia, il divario tra Nord e Sud che non cambia quanto però quanto la spesa incide sul reddito

Bambino

Quanto costa crescere un figlio in Italia? Prova a rispondere Bankitalia con la sua stima nella relazione annuale: dal 2017-2019 e crescere un figlio nel nostro paese è costato in media circa €640 al mese per ogni nucleo famigliare.

Nel 2020 la spesa si è leggermente abbassata a 580 euro per via delle restrizioni della pandemia da Covid che hanno ridotto notevolmente le spese per il tempo libero, gli spostamenti e il vestiario. Il documento registra anche un grande divario tra nord e sud dello stivale, infatti nelle fasce più alte di reddito al centro nord della spesa supera gli 800 euro. Anche se nel Mezzogiorno si spende meno per crescere un figlio l’incidenza sul reddito più o meno invariata spiega Bankitalia, infatti si tratta di circa un quarto del reddito totale.

Bambino piccolo

Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui costi relativi al mantenimento di un figlio nel primo anno di vita, per crescere un bambino nei primi 12 mesi, mamma e papà devono sborsare da un minimo di 7.072,90 € ad un massimo di 15.140,76 €; rispetto al 2016, l’aumento è dell’1,1% (dati pubblicati nel giugno 2021).

I dati sulla denatalità e disoccupazione

L’Italia è un paese sempre più vecchio. Se non verrà invertita la rotta della natalità con misure strutturali nel 2050 l’Italia avrà 5 milioni di abitanti in meno: solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52% di persone tra i 20-66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). In questo quadro le nascite annue potrebbero scendere nel 2050 a 298 mila unità. Sono i dati Istat commentati dal presidente Gian Carlo Blandiardo agli Stati Generali della natalità.  

I dati sulla denatalità vanno interpretati alla luce delle condizioni economiche e sociali del nostro paese, il quale è privo di salario minimo, tasso di disoccupazione che a Marzo 2022, sempre secondo i dati ISTAT, si assesta all’8,3%, tornando ai livelli del 2010. Disoccupazione che rispetto a Febbraio 2022, scende di 0,2 punti in percentuale e di -1,8% rispetto a Marzo 2021 ma che sale invece al 24,5% tra i giovani (+0,3 punti).