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Degrado a Roma: Testaccio tra furti, rapine e atti vandalici

La proposta del consigliere Cioffari: “Urge intervento di riqualificazione e di prevenzione”

È dello scorso 20 agosto la notizia di un’aggressione nei pressi del Lungotevere Testaccio. Vittima dell’episodio, un ragazzo di circa 30 anni che – in base a quanto si apprende da un esposto inviato alla Polizia Locale di Roma Capitale da parte di Mauro Cioffari, capogruppo SEL in I Municipio Roma Centro – intorno alle ore 20.00, era andato a buttare la spazzatura nei cassonetti vicino casa. Il tutto, per un tentativo di rapina: “Due uomini – racconta Cioffari in una nota – lo hanno bloccato e gli hanno spruzzato uno spray urticante negli occhi. Si è evitato il peggio solo grazie all'intervento di alcuni passanti, di alcuni residenti e dei ristoratori di una pizzeria. M.B. – la vittima – è dovuto ricorrere a cure mediche presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale San Camillo”.

“Da alcuni mesi, con l'arrivo dell'estate – incalza Cioffari – il Rione di Testaccio è protagonista di rapine nei supermercati e nelle farmacie, di furti negli appartamenti, di aggressioni a persone e di ripetuti atti vandalici”. A tutto questo – episodi di violenza e conseguente senso di insicurezza dei residenti – “si aggiunge, in maniera congiunturale, il disagio delle persone senza fissa dimora che sono tornate ad abitare nell'area golenale di Lungotevere Testaccio in corrispondenza dell'argine sinistro del Tevere, tra Ponte Testaccio e Ponte Sublicio. Interi nuclei familiari sopravvivono a due passi dall'acqua, al riparo dalla vista di chi vi transita, in insediamenti abusivi, senza servizi igienici e in precarie condizioni di sicurezza” – aggiunge il consigliere in I Municipio.

Insomma: “Una situazione di disagio sociale e di forte degrado, che trova la sua espressione più rappresentativa nei pressi della fontana di Pio IX, su Lungotevere Testaccio, che fu commissionata nel 1869 per celebrare le campagne di scavo autorizzate dal Pontefice e dirette dall'archeologo Pietro Ercole Visconti e che vede oggi la stessa fontana utilizzata come lavanderia e bagno pubblico all'aperto”.

D’altra parte, gli episodi spiacevoli che riguardano questa zona, non sono nuovi alle cronache cittadine: “A fine febbraio del 2013 – ricorda Cioffari – una bambina di 14 mesi, che sembra vivesse con la propria famiglia proprio in una di queste fatiscenti costruzioni, cadde in acqua e pochi giorni dopo morì. I genitori disposero l'espianto e la donazione degli organi”.

Secondo il capogruppo di SEL in I Municipio, è quindi “più che mai urgente, al fine di contribuire a dare una risposta all'emarginazione sociale delle persone senza fissa dimora e al diritto dei residenti di vivere in un Rione più accogliente per tutti, riqualificare l'area golenale dell'argine sinistro del Tevere, rimuovere le baracche, trasferire le persone che vi abitano in più adeguate sistemazioni e mettere in sicurezza l'intera zona rendendo il tratto in oggetto nuovamente fruibile”.

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