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Covid, la nuova variante Mu identificata in Colombia. Ecco cosa sappiamo

È la variante B.1.621 o Mu, nel Paese sudamericano ha una incidenza del 39%, e si è sviluppata in paesi in cui non è avvenuta l’immunizzazione

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Coronavirus

La nuova variante è stata denominata Mu, ed era stata identificata in Colombia all’inizio di quest’anno, nel gennaio 2021. Quello che finora sappiamo è che il report settimanale del 30 agosto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) la annovera come nuova variante del virus Sars-CoV-2. Il lignaggio è B.1.621. e si tratta della quinta Voi, (Variant of Interest). È in questo momento sotto attenta osservazione da parte degli esperti; i primi risultati sulla potenziale pericolosità dovrebbero arrivare in una decina di giorni.

Tre tipi di varianti

Le varianti d’interesse sono le varianti da seguire, quelle non ancora pericolose: in questo momento Mu, Eta, Iota, Kappa e Lambda. Le varianti che destano preoccupazioni (Variant of Concern) sono le già conosciute Alfa, Beta, Gamma e Delta. Poi ci sono le varianti con conseguenze significative, e per fortuna nessuna variante del coronavirus è annoverata in quest’ultima categoria.

Una variante che resiste al vaccino?

Non si conosce ancora la rilevanza medica di B.1.621, ma sappiamo che la variante sta venendo monitorata con attenzione per comprenderne la potenziale contagiosità, nonché la capacità di aggirare (o meno) il nostro sistema immunitario. In questo momento, i ricercatori vogliono capire se la variante è in grado di causare patologie più serie della Delta, o se è più trasmissibile di quest’ultima. Quindi, ci si chiede principalmente se sia in grado di “bucare” il vaccino Sars-Cov-2 come si temeva, all’inizio, per la variante Delta.

L’Oms a tal proposito ha dichiarato: “Ha una costellazione di mutazioni che indica potenziali proprietà di fuga immunitaria”. Mu possiede infatti un gruppo di mutazioni che si teme potrebbero renderla immune alla barriera che si sviluppa tramite il vaccino anti-Covid. Mutazioni, che riguarderebbero le sostituzioni nella sequenza di amminoacidi che compongono la proteina Spike. Ma è davvero troppo presto per giungere a conclusioni avventate.

proteina spike
La proteina Spike del Covid-19

La diffusione della variante Mu nel mondo

Quello che a oggi possiamo dire con certezza, è che il bollettino segnala la presenza di alcuni focolai in 39 paesi uin tutto. Non è circoscritta solo in Sudamerica quindi, anche se in questo momento, il ceppo risulta rilevante in Colombia (prevalenza del 39%) e in Ecuador (13%). Oltre al sud America si segnalano casi nel Regno Unito, Europa, Stati Uniti, Giappone, Hong Kong, ma l’incidenza nel Mondo non dovrebbe destare preoccupazioni in quanto inferiore allo 0,1%.

Le parole del Direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Genova

Matteo Bassetti, Direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, scongiura ogni tipo di allarmismo eccessivo: “Dobbiamo saperne di più e in questo momento è una variante che riguarda il Sud America” ha dichiarato all’Adnkronos. “La variante si è sviluppata in Paesi dove la vaccinazione non è stata fatta e in cui il virus circola liberamente. Quindi continuiamo a dire quello che abbiamo sempre detto: facciamo circolare meno il Covid e per farlo serve vaccinare tutti. Per arrivare a conclusioni su questa nuova variante servono più dati, è ancora troppo presto”.

L’importanza dell’immunizzazione

I virologi sono concordi nel dire che c’è bisogno di ulteriori dati e ricerche per poter affermare che questo tipo di variante resista ai vaccini o che sia più trasmissibile di altre a noi note. Insomma, sarebbe presto per giungere a qualsiasi conclusione avventata, e men che mai ad allarmismi eccessivi. La presenza della stessa, in questo momento, deve solo aumentare la consapevolezza della necessità di proseguire con le campagne vaccinali, dato che si è sviluppata proprio in Paesi in cui non era avvenuta l’immunizzazione a causa di vaccinazioni nulle o carenti.  

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