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Corruzione e appalti al Miur: arrestato editore dell’agenzia Dire

Tramite segnalazioni sospette le Fiamme gialle hanno individuato le operazioni che hanno incastrato l’imprenditore

Sede del Miur (Ministero dell'Istruzione)

Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta romano, editore dell’agenzia Dire e presidente dell’Istituto di ortofonologia, è finito in carcere nell’ambito di una inchiesta su appalti concessi dal Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, pari a un valore complessivo di 23 milioni di euro.  

Castelbianco, di 69 anni, è stato arrestato questa mattina assieme ad altre tre persone dalla Guardia di Finanza del nucleo speciale di Polizia valutaria di Roma, su delega della Procura capitolina. Tutti e tre gli indagati sono accusati di concorso in corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio. In particolare, il suo coinvolgimento era emerso già la scorsa primavera, quando nell’aprile 2021 una dirigente del ministero provò a togliersi la vita, dopo un’attività di perquisizione negli uffici del complesso burocratico. Profondamente scossa dall’accaduto, l’ex dirigente di prima fascia si era gettata dalla finestra dello studio del suo avvocato.

Le indagini

Bianchi di Castelbianco è amministratore di tre società e di una fondazione, con sede a Roma, operanti nel settore della formazione e della comunicazione. Queste società, nel triennio 2018-2021, avrebbero ricevuto acquisizioni da parte di istituti scolastici per circa 23 milioni di euro. Stando a quanto scoperto dagli inquirenti, l’ex dirigente del ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, avrebbe ricevuto mazzette dall’editore-psicoterapeuta per un valore complessivo di oltre 500 mila euro in cambio degli appalti.

Tangenti di varia natura

L’imprenditore di Castelbianco le avrebbe offerto, dietro ottenimento di una corsia preferenziale negli affidamenti per progetti pubblici (per un valore totale di 23 milioni di euro), carte di credito prepagate, bonifici, spese per noleggio auto e il pagamento del canone di locazione per l’appartamento dei genitori. Non solo, Bianchi le avrebbe saldato anche le spese per la domestica, trattamenti medici e lezioni di violino; in aggiunta a ciò, anche promesse di assunzioni e di acquisti di immobili.

Segnalazioni di movimenti bancari sospetti

Inizialmente Federico Bianchi di Castelbianco aveva negato tutto, affermando di non aver mai versato un euro alla ex dirigente. Ma tramite l’approfondimento di segnalazioni sospette, le Fiamme gialle hanno individuato le operazioni finanziare che hanno, alla fine, incastrato l’imprenditore. L’intera inchiesta è partita da segnalazioni per movimenti bancari sospetti, successivamente approfonditi e convalidati attraverso pedinamenti e intercettazioni.

Nei confronti di Giovanna Boda, moglie di un giudice, la procura ha disposto un sequestro preventivo di 340 mila euro. Le indagini preliminari hanno coinvolto anche altre due persone che si ritiene siano vicine all’editore-psicoterapeuta, e che al momento si trovano agli arresti domiciliari; si tratta di Valentina Franco e Fabio Condoleo, collaboratori di Boda e dell’imprenditore.

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