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Consiglio Municipio X, Forza Italia occupa simbolicamente l’Aula

Caso Moroso-Malara: dopo un anno (quasi) dalle elezioni, la polemica non si arresta e Forza Italia protesta

Il ‘caso Malara-Moroso’ era scoppiato nel 2013, quando la consigliera del Municipio X Antonella Moroso (Ncd) aveva presentato ricorso al Tar in quanto, secondo lei, le erano stati riconosciuti 140 voti in meno alle ultime elezioni. Il Tar aveva poi accolto il ricorso della Moroso, con la conseguenza che Malara, consigliere dell’allora Pdl oggi in quota Forza Italia, era decaduto dalla carica.

La replica di Malara non si era fatta attendere: il consigliere si era dichiarato “vittima di un’ingiustizia, non solo personale”, ma anche di “un attacco alla legalità e alla trasparenza”. Malara, poi, aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar e richiesto un accesso agli atti. Non solo. Assistito dal suo legale, avv. Russo, aveva anche presentato una denuncia presso la Procura della Repubblica di Roma, con l'accusa di "falso in atto pubblico a carico di ignoti".

Nel corso di una conferenza stampa, Malara aveva poi dichiarato che secondo lui i verbali non coincidevano: troppe le correzioni a penna, anche con inchiostri di colori differenti. A seguito di questo, aveva quindi richiesto una perizia calligrafica.

Anche la replica della Moroso, però, era stata immediata. A suo dire, se c’era una vittima in tutta quella storia, era lei. E a darle man forte, la decisione del Tar che aveva accolto il suo ricorso, e che, con sentenza n. 8606 del 3.10.2013  (Reg. Ric. 6797/13)  l’aveva proclamata eletta al consiglio del Municipio X al posto del suo collega Malara, all’epoca dello stesso partito.

Pochi giorni dopo, nel mese di novembre, arrivava anche la sentenza del Consiglio di Stato a confermare quanto sancito precedentemente dal Tar. Malara veniva condannato, con sentenza sentenza n. 5689 del 28 novembre 2013 “al pagamento delle spese del presente grado di giudizio, a favore del Ministero dell’Interno e di Antonella Moroso”. La sentenza, quindi, riconosceva a tutti gli effetti la Moroso come parte integrante del Consiglio del Municipio X, giudicando il ricorso di Malara “infondato” e che “non merita di essere accolto”.

Dopo 5 mesi, Malara è tornato all’attacco. I verbali sarebbero contraffatti e, per questo motivo, l'ex consigliere è tornato a chiedere le dimissioni della Moroso, subentrata al suo posto. Nel corso di una conferenza stampa, Malara ha poi annunciato che “il procedimento penale a carico di ignoti è stato convertito a carico di noto dal magistrato che evidentemente ha ravvisato gli estremi per iscrivere qualcuno nel registro degli indagati”. Nel corso della stessa conferenza, Malara ha poi esposto i verbali cui faceva riferimento.

Nel corso del Consiglio Municipale di ieri, infine, “il gruppo di Forza Italia del X Municipio ha deciso di presentare un documento fuori sacco per chiedere la revoca della risoluzione della convalida della nomina di Antonella Moroso” – come spiega il consigliere Cristiano Rasi.  

“Considerata la natura fuori sacco del documento – continua Rasi – abbiamo sollecitato la convocazione di una capigruppo per chiederne l’ammissione all’ordine dei lavori, che tuttavia ci è stata proditoriamente negata. Per questa ragione abbiamo occupato l’Aula: in segno di protesta verso una maggioranza che si rifiuta di tenere in conto di dati sostanziali circa una consultazione elettorale. Riteniamo che Pietro Malara debba tornare a sedere sugli scranni del Municipio, un posto che gli compete di diritto” – conclude Rasi.

Già precedentemente, anche il consigliere regionale FI Luca Gramazio si era mostrato preoccupato per “quanto denunciato da Pietro Malara: un vero scandalo. Le autorità ripristinino immediatamente la legalità e la massima correttezza – aveva dichiarato – in modo da riparare questa indecenza. Malara, a cui siamo a fianco in questa battaglia, venga riammesso in consiglio municipale”.

Anche il suo collega in Campidoglio, Giovanni Quarzo, aveva chiesto che “le autorità facessero chiarezza su una vicenda assurda. Quanto denunciato da Pietro Malara, consigliere del X Municipio decaduto ad ottobre scorso dopo un ricorso vinto sulla base di verbali di operazioni di voto che sembrebbero essere stati contraffatti, è gravissimo. Se così dovesse essere, ci troveremmo di fronte ad un atto che mortificherebbe la democrazia e altererebbe il volere dei cittadini del territorio. È una vergogna. Chi di dovere faccia immediatamente chiarezza, ripristini la legalità su una storia dai tratti inquietanti. A Malara la nostra piena vicinanza”. 

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