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Consegna delle chiavi delle attività ai sindaci: la “protesta consapevole”

Un gesto che ha fatto scalpore nelle ultime ore

Gianfranco Vissani, lettera a Laura Castelli

Gianfranco Vissani, lettera a Laura Castelli

Consegna delle chiavi delle attività commerciali ai sindaci: un gesto che ha fatto scalpore nelle ultime ore e che sta avvenendo in molti comuni italiani.

Baschi (Terni, Umbria), 29 aprile 2020. Una piccola delegazione in rappresentanza di tutte le aziende aderenti all’iniziativa riconsegna le chiavi al Sindaco. Portavoce di quella che hanno definito una “protesta consapevole”, è Luca Vissani.  Una “protesta consapevole, che non chiede in maniera vaga un’apertura immediata, ma chiede risposte certe, risposte per il nostro lavoro”. Parole dure e bisogno di certezze. Il discorso è catturato in un video, postato sui social di Vissani. Le attività di Baschi agiscono nel contesto della manifestazione “Risorgiamo Italia”.

Luca Vissani è proprietario, insieme al padre, lo chef Gianfranco Vissani, del ristorante e hotel umbro Casa Vissani. Luca e Gianfranco stanno vivendo le stesse paure di tutte quelle attività la cui apertura, stando all’ultimo Dpcm, sarebbe prevista nelle prossime settimane.

La data spartiacque sembrerebbe essere il primo giugno, ma i dubbi restano ancora troppi. Come riaprire? Quando riaprire? In quali modalità? E poi, la più agghiacciante: non rischiamo che sia troppo tardi? Tante domande che non trovano risposta e generano un senso di inquietudine, quasi di abbandono.

Consegna delle chiavi delle attività ai Sindaci in molti comuni d’Italia

Il gesto di Luca Vissani non è un caso isolato. Solo tre giorni fa alcuni parrucchieri di Padova hanno protestato incatenandosi al proprio negozio. I proprietari sostenevano di aver attuato tutte le misure di sicurezza necessarie alla riapertura. 

Il 28 aprile sono i proprietari delle attività del comune di Albano a consegnare le chiavi al sindaco, seguiti, a distanza di qualche giorno, dai proprietari delle attività valmontonesi.

Questa mattina lo stesso è avvenuto anche a Milano, dove una delegazione simbolica (composta da tre persone) ha sfilato lungo la zona commerciale della città. Consegnate ben duemila chiavi di attività, il cui futuro resta spaventosamente incerto.

Una protesta simbolica ma incisiva, come il flash mob a cui hanno aderito diverse attività di tutta Italia, che si sono impegnate a riaccendere, contemporaneamente e simbolicamente, le luci dei propri locali. Chissà quando potremo vederle di nuovo accese.

*Articolo a cura di Esmeralda Moretti

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