Prima pagina » Cultura » Con Memling il Rinascimento fiammingo arriva a Roma

Con Memling il Rinascimento fiammingo arriva a Roma

Per la prima volta in Italia la più vasta rassegna dedicata al pittore fuori dalle Fiandre

Grazie a prestiti eccezionali, spesso pressoché inamovibili per la loro delicatezza e importanza, presso le Scuderie del Quirinale di Roma dall'11 ottobre fino al 18 gennaio 2015 la mostra dedicata al grande maestro fiammingo Hans Memling.

Questa monografia dedicata a Memling è la prima ad essere organizzata in Italia nonostante nel nostro Paese siano presenti svariati suoi capolavori e nonostante il suo genio abbia influenzato artisti quali Leonardo, Raffaello, Lotto, Ghirlandaio e molti altri, tant’è che è ormai universalmente riconosciuto dagli esperti che perfino il paesaggio alle spalle della Gioconda sia stato ispirato dai suoi capolavori.

“Memling. Rinascimento fiammingo” – sotto lʼAlto Patronato del Presidente della Repubblica, promossa da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e organizzata dallʼAzienda Speciale Palaexpo in coproduzione con Arthemisia Group – riunisce i capolavori di Memling e non solo, provenienti da raccolte pubbliche e private, tra cui il Groeninge Museum di Bruges, la Royal Collection di Londra, il Museo del Louvre nonché la Frick Collection di New York, la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum di New York, il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona e il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.

L’impeccabile progetto espositivo di Till-Holger Borchert, curatore del Memling Museum di Bruges, studioso di livello internazionale dellʼarte fiamminga del XV secolo, intende dimostrare “come la pittura italiana, a Firenze e in altri centri, fosse influenzata in misura considerevole dai dipinti fiamminghi importati”.

Memling divenne infatti il pittore preferito della diaspora italiana a Bruges dove giunse nel 1465, composta da quella nascente élite urbana di mercanti e agenti commerciali (funzionari del Banco dei Medici e appartenenti alle famiglie quali Tani, Portinari e Baroncelli), che diventando sempre più potente per la prima volta si fa committente di opere di destinazione ecclesiale come pale monumentali d’altare, trittici e ritratti per la necessità di sottolineare il proprio status e a simbolo del prestigio e della ricchezza delle famiglie che, oltre quattrocento anni dopo, nell’Ottocento confluiranno poi nella moderna società borghese.

Nel XV secolo, lʼItalia (in particolare Genova Venezia e Firenze) e le Fiandre strinsero solidi legami economici e finanziari collegando i due Paesi in una bretella ideale permettendo il transito di manufatti pregiati: tessuti, arazzi, gioielli, libri miniati, dipinti e sculture. Vivaci scambi culturali che portarono a una commistione dell’arte fiamminga con quella rinascimentale italiana. Lo studio della natura da parte dell’uomo, era alla base delle idee degli umanisti italiani dell’epoca, da qui l’interesse per la sua fedele riproduzione e la resa del dettaglio attraverso la prospettiva ed effetti illusionistici tridimensionali tanto cari ad artisti fiamminghi come Van Eyck e Petrus Christus, poi alla futura corrente di pittura paesaggistica. L’interesse era anche rivolto all’intenso realismo dei ritratti, alla tecnica ad olio, metafora della brillante della luminosità delle tavole, alla verosimiglianza di ciò che veniva rappresentato e per la “maniera devota” caratteristica che porta l’osservatore a contemplare e condividere le emozioni dei personaggi dipinti.

La mostra si suddivide in più sezioni: la prima, dove troviamo esposti i lavori iniziali di Memling accanto a quelli di Rogier van der Weyden di cui forse M. fu allievo, per un confronto tra i due artisti. La seconda, a testimonianza della reciproca commistione tra le Fiandre e l’Italia, richiama il tema delle grandi commissioni per i committenti italiani attivi sul territorio fiammingo. La terza dedicata ai ritratti; la quarta, un focus sulla pittura di narrazione, genere del quale Memling fu anticipatore. La quinta sezione incentrata sugli altari devozionali e di committenza privata è divisa a sua volta in altre sezioni con lavori di Memling, lavori di pittori che a Bruges lavoravano per clienti italiani e anche lavori che per la priva volta vengono sottoposti a indagine scientifica, provenienti dalle più importanti collezioni italiane; infine l’ultima parte documenta le importanti commissioni di famiglie altolocate a Memling e ai suoi contemporanei.

 

Orari. Domenica – giovedì dalle 10.00 alle 20.00; Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30. Non effettua chiusura settimanale. La biglietteria chiude un'ora prima

Ingresso. Intero € 12,00; Ridotto € 9,50

Infoline e Prenotazioni. Per singoli, gruppi e laboratori T. +39 06 39967500; per le scuole T. +3906 39967200

Sito internet www.scuderiequirinale.it

Lascia un commento