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Coldiretti, a Roma la Battaglia del Riso: stop importazioni

Crisi: chiusa un’azienda di riso su cinque. Stop alle importazioni dalla Cambogia

LA BATTAGLIA DEL RISO A ROMA – Arriva oggi a Roma la ‘Battaglia del Riso’: agricoltori e mondine, dalle campagne delle principali Regioni di produzione del riso, si spostano verso il Ministero delle Politiche agricole, per protestare. E lo fanno portando con sé il vero riso italiano, che verrà distribuito gratuitamente.

Durante la manifestazione, al via in questi minuti, una delegazione di produttori rappresentativa di tutte le Regioni guidata dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, incontrerà il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, al quale verrà consegnato un campione di riso importato dalla Cambogia per chiedere che vengano fatti controlli qualitativi dopo che nel primo semestre 2014 si sono moltiplicati i pericoli per la salute con il sistema di allerta rapido Europeo (RASFF) che ha effettuato quasi una notifica a settimana per riso e prodotti derivati di provenienza asiatica, per la presenza di pesticidi non autorizzati o che superano i limiti ammessi di residuo o che superano i limiti ammessi di residuo  e assenza di certificazioni sanitarie. 

Al ministro sarà anche consegnato un documento, col quale si chiede l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del riso in vendita, di rendere pubblici i nomi delle industrie che utilizzano riso straniero, l’applicazione della clausola di salvaguarda nei confronti delle importazioni incontrollate, ma anche l’istituzione di una unica borsa merci e la rivisitazione dell’attività di promozione dell’Ente Nazionale Risi.

-22% RISAIE IN ITALIA NEL 2014, STOP RISO CAMBOGIA – “Nel 2014 si è verificata, in un solo anno, una riduzione del 22 per cento per una riduzione di oltre 15mila ettari delle risaie destinate alla coltivazione di riso varietà Indica che viene importata dalla Cambogia, a danno dei coltivatori italiani e a rischio della salute dei consumatori con un allarme sanitario alla settimana provocati dal prodotto asiatico” – denuncia la Coldiretti.

“L'accordo Everything But Arms (Tutto tranne le armi) che ha portato all'azzeramento dei dazi ha favorito – continua la Coldiretti – l'insediamento di multinazionali in Paesi meno avanzati dove hanno fatto incetta di terreni e dove si coltiva riso senza adeguate tutele del lavoro e con l'utilizzo di prodotti chimici vietati da decenni nelle campagne italiane ed europee”.

Pertanto, gli agricoltori dicono ‘basta’ alla concorrenza sleale provocata dalle speculazioni sulle importazioni del riso cambogiano che in Italia sono aumentate del 360 per cento nel primo trimestre, secondo il Dossier della Coldiretti. Dallo sfruttamento in Asia alle speculazioni in Europa dove il riso Indica lavorato cambogiano arriva in Italia ad un prezzo riferito al grezzo inferiore ai 200 euro a tonnellata, pari a circa la metà di quanto costa produrlo in Italia nel rispetto delle norme sulla salute, sulla sicurezza alimentare e ambientale e dei diritti dei lavoratori, sempre secondo i dati del Dossier Coldiretti.

Un altro rischio da non sottovalutare – spiega ancora l’associazione di categoria – è quello del finto ‘Made in Italy’, perché “la produzione straniera può essere spacciata come nazionale non essendo obbligatorio indicare in etichetta l'origine nelle confezioni in vendita”.

POSTI DI LAVORO A RISCHIO – “L'Italia – conclude la Coldiretti – è ancora il primo produttore europeo di riso su un territorio di 216mila ettari con un ruolo ambientale insostituibile e opportunità occupazionali, ma la situazione sta precipitando e a rischio c'è il lavoro per oltre diecimila famiglie tra dipendenti ed imprenditori di lavoro nell'intera filiera”.

Dall’inizio della crisi, infatti, ha chiuso quasi una azienda di riso su cinque e la situazione sta precipitando nel 2014 con la perdita di posti di lavoro e pericoli per la sicurezza alimentare dei consumatori a causa dell’invasione di riso proveniente dall’Asia.

L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi con un blitz che ha coinvolto tutta Italia, fino ad arrivare oggi a Roma: i produttori italiani, insieme alle loro famiglie, hanno manifestato dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto all’Emilia Romagna fino in Sardegna dove sono stati incontrati i referenti Istituzionali ai quali è stato consegnato il Dossier.

*Foto dal sito Coldiretti

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