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Chat dell’orrore: scopre materiale pedopornografico nel cellulare del figlio

Nella chat mutilazioni, suicidi, stupri di bambini, rapporti promiscui. Un mix raccapricciante di materiale pedopornografico

Telefono cellulare tra le mani

Telefono cellulare tra le mani

L’ennesimo episodio che riguarda il rapporto fra web e adolescenti ci arriva dalla provincia di Arezzo. Una chat  apparentemente normale che era nata tra un gruppo di minorenni a novembre 2019 per organizzare il capodanno 2020 chiamata “Capodanno 20k20”, si è successivamente rilevata una “chat dell’orrore” per i suoi contenuti osceni e violenti.

Sono 4 i ragazzini indagati

Un gruppo di adolescenti della provincia di Arezzo condividevano fra loro materiale pedopornografico tramite whatsapp. Ci sono 4 ragazzini indagati tra i 14 e i 16 anni. La scoperta dell’assurdo scambio di filmati e immagini è avvenuta grazie al padre di uno dei ragazzi coinvolti, un 14enne. Dentro il suo smartphone il genitore ha trovato una serie di filmati dal contenuto scioccante. Immediatamente è scattata la denuncia e si sono aperte le indagini per risalire all’identità dei partecipanti e di colui che almeno in quel momento aveva inviato quel video.

Video con scene molto violente

Successivamente è avvenuta la perquisizione della casa del minore e sono stati sequestrati lo smartphone e altri dispositivi informatici. Dalle indagini è emerso che sono stati inviati altri video pedopornografici e filmati con scene molto violente. La memoria dei diversi dispositivi tecnologici ha restituito un mondo raccapricciante fatto di condivisioni e in alcuni casi di Gif, tutte riconducibili ad azioni di violenza e pedopornografia. Immagini di mutilazioni, suicidi, stupri di bambini, rapporti promiscui in un mix raccapricciante che gli adolescenti guardavano come se fossero videogiochi.

Un vero e proprio scambio di contenuti aberranti, senza il minimo investimento emotivo da parte dei giovani del gruppo. Ancora una volta ecco il pericolo di alienazione e disumanizzazione che il web può creare.

Web e minori: quali rischi corrono? Ecco la nostra analisi

E’ inconfutabile che la tecnologia digitale presenta dei rischi significativi per la sicurezza, il benessere e la privacy dei ragazzi. Ma è anche vero che non è solo da considerarsi una selva oscura piena di pericoli. Internet è forse tra le più grandi scoperte dell’essere umano e le possibilità di crescita e di grande innovazione sono innumerevoli e se utilizzata correttamente può rappresentare una porta che si apre su un futuro migliore per favorire la condivisione, l’aggregazione e l’apprendimento.

Ma questo può avvenire solo se l’utilizzo avviene con la consapevolezza e il giusto approccio. Purtroppo i minori spesso non sono capaci di riconoscere i rischi che nasconde la rete e questo ne comporta un uso distorto. Materiale pornografico, illecito, cyberbullismo, dipendenza, relazioni virtuali. Il web in certi casi può diventare una trappola, in una fascia d’età ancora molto fragile.

Come possono intervenire i genitori?

Il dialogo tra genitori e figli è un elemento cruciale per evitare l’uso  distorto  di internet e questo non può che prescindere da una comunicazione bidirezionale tra le parti che veda un canale e un linguaggio adeguati ma che avvenga comunque nel rispetto dei ruoli. I genitori devono educare i bambini e gli adolescenti ad un uso consapevole dello smartphone.

E’ importantissimo che i genitori riprendano il loro ruolo di guida  anche nel campo digitale. Per far sì che questo avvenga, devono tenersi aggiornati per capire come funzionano i social usati dai ragazzi. Nello specifico, scoprire  quali social network usano i propri figli  per consigliarli sui benefici o riconoscere i pericoli. Guidarli nella ricerca di contenuti costruttivi e individuare e raccomandare soprattutto ai più piccoli della presenza di siti dannosi. Dare chiare regole sull’utilizzo dello smartphone e pretendere di visionare assieme quello che i figli fanno sui social.

L’insegnamento dell’empatia digitale

Un altro interessante insegnamento è quello “dell’empatia digitale“, cioè i ragazzi dovrebbero porsi domande davanti ad un contenuto negativo. Del tipo: “A me piacerebbe ricevere questo commento? Questo trattamento?”. Non bisogna dunque togliere la possibilità di usare internet ai figli ma è indispensabile che i genitori debbano porre le basi per  un’alfabetizzazione informatica, fondamentale per difendersi dai pericoli della rete. Più in generale l’investimento va verso una prevenzione che si basa sull’informazione diffusa dell’argomento, nonché su quello investigativo e di contrasto.

Ci deve far riflettere profondamente il bisogno, da parte di questi ragazzi, di soddisfare l’esigenza di condividere la violenza.

A cura di Federica Cucchiara, Dottoressa in Psicologia clinica

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