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CGIL nel mirino dei 230 lavoratori in attesa di assunzione

Protesta in via delle Vergini, in Campidoglio. Al centro del dibattito un ricorso indigesto al Consiglio di Stato

Sono 230 in tutto i vincitori della procedura concorsuale per il conferimento di incarichi a tempo determinato, della durata di 24 mesi, per lo svolgimento delle attività di “operatore rilevazioni sistemiche” – categoria B – posizione economica B1 bandita da Roma Capitale con pubblicazione all'albo pretorio dell’ente in data 07/05/2013.

I 230 vincitori del concorso, li avevamo già incontrati in Aula Giulio Cesare. Ma l’Aula dell’Assemblea Capitolina non basta più. Ora l’obiettivo è via delle Vergini, lì dove questa mattina i sindacati si sono riuniti al tavolo delle trattative per discutere, ancora, della sorte dei 24mila dipendenti capitolini.

L’obiettivo, quindi, ora sono i sindacati. CGIL in particolare. Perché i Comitati ‘Articolo 35’ e ‘Giro’, esprimono “a nome degli associati e simpatizzanti sdegno e preoccupazione di fronte all’ennesima azione legale intentata da parte della CGIL FP volta a far annullare la procedura concorsuale in questione in spregio della drammatica situazione di centinaia di lavoratori incolpevoli risultati vincitori di un concorso pubblico”.

La CGIL FP, infatti, che già in precedenza aveva presentato ricorso al TAR del Lazio, si è ora rivolta, come “atto dovuto” – dichiara – al Consiglio di Stato. Il TAR, tuttavia, rigettava il ricorso con sentenza n. 07332/2013 REG.PROV.COLL-N. 06047/2013 REG.RIC., e quindi si pronunciava favorevolmente sulla regolarità della procedura concorsuale.

“Successivamente – spiegano ancora gli esponenti dei Comitati – l’Amministrazione Capitolina chiedeva formalmente anche parere alla propria Avvocatura in ordine alla percorribilità giuridica relativa alle opzioni assunzionali per i 230 vincitori in cat. B1”. Anche l’Avvocatura “rispondeva favorevolmente con parere prot. Num RF 2014/7831”.

Nonostante ciò, “la CGIL FP decideva di proporre appello al Consiglio di Stato. Con assoluta indifferenza rispetto alla situazione lavorativa drammatica di 230 donne ed uomini di cui la maggioranza disoccupati ed in condizioni di vera indigenza”.

L’Appello presentato, secondo i Comitati, “evidenzia il dispregio da parte della CGIL FP rispetto alla sorte di centinaia di lavoratori e lavoratrici che riponevano in un concorso regolarmente bandito le proprie speranze per costruire un futuro”.

Ma in tutta questa storia, i particolari piuttosto curiosi sono molti. Anche le altre due sigle della Triplice, CISL e UIL, sembrano non sapere nulla di questo ricorso, depositato in data 10 Marzo, in base a quanto si apprende. A confermarcelo, anche Rodrigo Gonzales (CISL FP), il quale, prima di sedere al tavolo delle trattative ha dichiarato ai lavoratori presenti di volersi impegnare per la loro tutela.

Una delegazione dei 230 vincitori del concorso, infatti, era presente questa mattina in I Campidoglio, in via delle Vergini, dove si sta ancora svolgendo l’incontro tra le sigle sindacali e i vari RSU eletti. Dopo alcune ore, i vincitori hanno raggiunto il loro scopo: al tavolo delle trattative, e all’attenzione dell’Amministrazione comunale, è stata presentata e spiegata la loro condizione.

Dopo alcuni momenti di tensione, quindi, lavoratori e sindacalisti hanno raggiunto l’occasione di dialogo. La stessa CGIL sembra aver promesso di ritirare il ricorso presentato. Di conseguenza, gli stessi lavoratori in protesta hanno tolto il cartellone appeso, recante la scritta ‘CGIL Nemica dei Lavoratori’.

Per ora, certo, è solo una promessa. Ma la loro voce, i vincitori del concorso, l’hanno fatta sentire. E lo faranno ancora. 

Al contrario di quanto, fino ad ora, ha fatto la politica. "Preoccupante il silenzio della politica nei confronti dei vincitori del concorso – continuano e concludono i Comitati – "I fatti di questa mattina dovrebbero perlomeno accendere un barlume di attenzione nei confronti di 230 famiglie che, esasperate, hanno manifestato per l’ennesima volta tutta la loro preoccupazione. Dalla politica romana ancora attendiamo una risposta".

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