Prima pagina » Interviste » Cassa integrazione: “O ci accordiamo con le banche o il denaro non arriverà”

Cassa integrazione: “O ci accordiamo con le banche o il denaro non arriverà”

“Se la politica continua a non distinguersi dai virologi, che certamente non possono esperti anche di cosa pubblica, non ce la faremo”

Come stanno reagendo gli uffici pubblici e gli apparati economici al grande blocco dovuto all’emergenza sanitaria causata dalla Sars-coV-2? Lo abbiamo chiesto a Mauro D’Ambrogio, commercialista, esperto di economia, fiscalista di Radio Radio, che ci ha raccontato la sua testimonianza.

“Questa mattina, 30 marzo, i sistemi informatici sono letteralmente andati in tilt per via del sovraccarico di domande senza precedenti che arrivano da tutta Italia. Abbiamo perciò parecchie difficoltà nel redigere la cassa integrazione, solo stamattina presto ci sono stati degli aggiornamenti al sito, adesso intorno al primo pomeriggio ci stiamo collegando. Non so davvero quando riusciremo a mandare le domande, magari di notte…o quando saremo in pochi a collegarci”.

Si tratta di un problema economico che diventa logistico, tecnico-informatico. Zuckerberg qualche giorno fa ha detto che c’è un serio rischio che i server del sistema di messaggeria istantanea “WhatsApp” possano fondere.

“Sì perché le norme che sono varate dal Governo non sono poi immediatamente trasferite nella operatività, ovvero non si sa come metterle in pratica subito, date le pastoie burocratiche che affliggono il sistema. Molte delle nostre aziende con un atto di grande responsabilità hanno deciso di anticipare loro la cassa integrazione ai dipendenti per la cassa integrazione ordinaria. Imprese sane e lungimiranti che si sono fatte carico dei loro lavoratori, ma certo non possono essere la maggior parte”.

Per quanto riguarda i 600 euro per i titolari di partita Iva?

“Il sistema per ora non riceve le domande, si potranno fare da mercoledì 1 aprile, perché ad oggi il sistema non raccoglie ancora le domande. Ci stanno chiamando tantissime persone e stiamo dicendo loro di aspettare. Il codice pin va preso dall’Inps ma se l’Inps non funziona non si può avere, dunque è un cane che si morde la coda. I 600 euro sono in fondo un click day. I primi che richiederanno, allora forse ci rientreranno…

Penso che l’Inps avrebbe potuto mandare un invito essa stessa ai suoi dipendenti per aderire a queste provvidenze, anziché far lavorare Caf e studi professionali su iniziative che non portano niente di positivo nell’immediato alle persone. Prima che il sistema riconosca tutte le domande che stiamo predisponendo come farà a erogare le somme? O si fa un accordo con le banche e quindi la ricevuta della presentazione telematica della cassa integrazione dà la possibilità di andare in banca e richiedere la somma oppure il sistema salta.

Se la politica continua a non distinguersi dai virologi, che certamente non sono esperti anche di cosa pubblica e di economia, non ce la faremo. In buona sostanza mi sembra che i virologi abbiano fallito anche nel loro ruolo, come faremo? Come pensiamo di uscirne? Credo che ciascuno debba tornare al proprio posto. Non sottovaluto l’aspetto sanitario ma credo che ciascuno debba fare il suo mestiere, chi la politica e chi la medicina”.

Lascia un commento