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Bilancio: via il reddito di cittadinanza concentriamo le risorse sulla crescita

Si continua a buttare inutilmente miliardi per finanziare il reddito di cittadinanza che non ha certamente combattuto la povertà

Reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza

Come sempre i partiti mostrano poca serietà e mancano totalmente di sensibilità verso il bene comune. Pensano esclusivamente a dare battaglia su singoli provvedimenti ai quali sono interessati per un tornaconto elettorale. Questo è quanto sta accadendo nella discussione accesa sulla legge di bilancio. I partiti purtroppo non riescono a comprendere che bisogna concentrare le risorse sulla crescita e sulla produttività.

Legge di Bilancio e Manovre finanziarie

Combattono come succede sempre in tutte le manovre finanziarie quando ogni partito spinge per intestarsi una bandierina su provvedimenti che spesso sono dannosi per le Casse dello Stato. Il padano Salvini si accalora per Quota 100, i Cinque Stelle si scaldano per mantenere e aumentare le somme destinate al reddito di cittadinanza. Sono molteplici i casi in cui molti beneficiari non hanno i requisiti ma lo percepiscono comunque. Non comprendono che le risorse vanno concentrate per migliorare il prodotto interno lordo.

Qualora non dovesse ripartire l’economia non ci sarebbero risorse da destinare a questi due demenziali provvedimenti. Servirebbe una politica fiscale che preveda l’abbassamento delle aliquote IRPEF, da 38 al 35% e dal 27 al 25%. Un provvedimento che consentirebbe al ceto medio e medio alto di avere maggiore disponibilità economica da spendere. Cosi facendo aumentano i consumi e aumenta la produttività, di conseguenza l’occupazione. Oltre all’aumento degli incassi certi con le imposizioni indirette.

I costi del reddito di cittadinanza

Anche con la riduzione del cuneo fiscale si avrebbero gli stessi risultati. Si continua a buttare inutilmente miliardi per finanziare il reddito di cittadinanza che non ha certamente combattuto la povertà ma i soldi sono andati a finire nelle tasche dei soliti furbetti che sono veramente troppi e che ancora la Guardia di finanza non riesce a scovare. Né tantomeno ha creato posti di lavoro. Nel triennio 2019 / 2021 per rioccupare i beneficiari del reddito, lo Stato ha speso 516 milioni per un totale di 423 assunzioni. Facciamo i conti e vedremo quanto è costato alla collettività il provvedimento: circa 1.000.300 euro a persona. Gli elettori hanno votato fannulloni incapaci.

Se la politica e i politicanti da bar, che sicuramente non sono in grado neanche di amministrare le finanze della propria famiglia, non smettono di pensare al proprio orticello mettendo in pericolo il bilancio dello stato le prossime generazioni dovranno pagare 160 miliardi di debito pubblico. Se dovesse ripartire l’economia anche il debito pubblico potrà scendere significativamente.

Cesare Giubbi

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