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Bassetti: “Vicina l’immunità di sicurezza. Possibile pensare alla fine del Green Pass”

“L’ideale sarebbe andare in quella fase dove si guarda unicamente ai sintomi e abbandonare tutto quello che riguarda il tracciamento”

Matteo Bassetti

Matteo Bassetti

Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ospite di Mattino Cinque News, è intervenuto in merito alla situazione legata al Covid in Italia, concentrandosi principalmente sullo strumento del Green Pass. Secondo l’infettivologo, infatti, non ha più senso continuare con la Certificazione Verde, considerati i numeri della campagna vaccinale e la pericolosità di Omicron.

Tracciamento contatti

“Si va verso la semplificazione ma credo che la matassa sia ancora complicata” afferma Bassetti. “Sicuramente meglio di dove eravamo prima, anche per i medici. Ma è un primo sforzo. L’ideale per me sarebbe andare in quella fase dove si guarda unicamente ai sintomi. Cioè abbandonare completamente tutto quello che riguarda il tracciamento. Nelle scuole italiane è impossibile andare a fare il tracciamento”.

Vaccinazione e sintomatici

“Oggi abbiamo due strumenti: la vaccinazione e il guardare ai sintomatici. Hai dei sintomi? Stai a casa per almeno tre giorni dopo la scomparsa dei sintomi. Poi fai un tampone e torni a scuola. Eliminiamo tutto quello che è il tracciamento dei contatti. D’altronde non l’abbiamo mai fatto nel passato, non vedo perché lo dobbiamo fare adesso, che il Covid ha acquisito le sembianze di un virus influenzale, altamente depotenziato”.

Immunità di sicurezza

“Sono stato dal primo momento un forte sostenitore della campagna vaccinale e del Green Pass, per far sì che le persone si vaccinassero. Credo che per ogni strumento introdotto bisogna darsi degli obiettivi. Se questo strumento, come io avevo interpretato, era quello di far vaccinare le persone, credo che abbia assunto il suo compito. Abbiamo il 90% degli over 12 vaccinati, che se mettiamo insieme ai guariti, probabilmente raggiungeremo alla fine del mese di marzo l’immunità di sicurezza (95-96% di vaccinati)”.

Green Pass

“A quel punto mi si deve spiegare che senso abbia continuare con uno strumento divisivo come è stato il Green Pass, per tutte le attività. Forse varrebbe la pena lasciarlo per gli aerei, treni, ospedali. Questo vuol dire mettere in sicurezza le persone, ma per altri usi… anche perché io credo molto difficile che nella primavera-estate prossima, l’Italia, un paese fortemente turistico, possa permettersi il Green Pass. Rischiamo il deserto dei tartari, poi se lo vogliono fare se ne assumeranno le responsabilità anche di tipo economico. Con l’obbligo vaccinale per gli over 50 perché c’è bisogno anche del Green Pass? Poi ovviamente spetta alla politica, ma sono preoccupato… vedo delle coscienze depresse. Si vuole e si può tornare alla normalità”.