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Attrito Campidoglio-Chiesa, Caritas non gestirà più monete Fontana Trevi

Il Comune in accordo con un principio laico avocherà a sé l’impiego della somma raccolta annualmente nella fontana

Dopo le polemiche dichiarazioni del vescovo ausiliare di Roma Lojudice sulla situazione dei rifiuti nella Capitale, sta montando ancora una diatriba tra il Campidoglio e il Vaticano. Questa volta al centro della disputa è una delle fontane più belle del mondo, Fontana di Trevi, o meglio la destinazione del ricavato annuale delle monetine lanciate nella vasca dai turisti, circa 1,5 milioni di euro.

Fino a ieri il tesoretto veniva gestito solo dalla Caritas. Ma da Palazzo Senatorio sono giunti segnali che le cose saranno diverse dal 1° di aprile. Il Comune, in accordo con un principio laico, seguendo un semplice ragionamento – la fontana appartiene al Campidoglio quindi è giusto che il tesoretto lo curi l’Amministrazione capitolina – avocherà a sé l’impiego della somma raccolta annualmente nella fontana, impiego che sarà indirizzato alla realizzazione di piani sociali. Una parte dei soldi comunque dovrebbe andare lo stesso alla Caritas.

Così prima l’ammonizione nemmeno troppo velata all’Amministrazione Raggi di Monsignor Lojudice sulla mancanza di soluzioni al problema della spazzatura nella Capitale, ora l’attrito creato da questo cambiamento di rotta da parte del Comune sui soldi della Fontana di Trevi, e il risultato di questo clima è il titolo di ieri in prima pagina del quotidiano di ispirazione cattolica, “Avvenire”: “Le monetine tolte ai più poveri”.

La Caritas sulla questione si è espressa attraverso le pagine di “Vatican news”,  con le dichiarazioni di Don Benoni Ambarus: “C’è preoccupazione ma c’è tutto il desiderio di continuare a collaborare con il Campidoglio”, ha riferito il nuovo direttore dell’Ente.

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