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Roma. Atto unilaterale, i dipendenti capitolini tornano in piazza

Con i dipendenti anche i sindacati Usb, Diccap, Usi, Cobas e Ugl

‘Roma Capitale disastro unilaterale’, così uno striscione in piazza ieri, quando alcuni dipendenti di Roma Capitale, insieme ai sindacati Usb, Ugl, Cobas, Diccap e Usi, si sono riuniti in piazza del Campidoglio per protestare contro il contratto decentrato così come stabilito dall’atto unilaterale licenziato lo scorso agosto dalla Giunta Marino e rientrato in vigore a seguito del referendum che ha chiamato proprio i dipendenti capitolini a decidere tra l’atto unilaterale e la pre-intesa raggiunta con i sindacati maggioritari, tranne Csa, Diccap e Uil: in occasione del referendum, la pre-intesa, considerata dai lavoratori ancor più peggiorativa dell’atto unilaterale, è stata bocciata

‘Quando la legge diventa ingiusta la resistenza diventa un dovere’ e ‘Non giocate con noi’ si legge sui cartelli dei manifestanti: vigili, lavoratori di biblioteche, asili nido, scuole dell’infanzia e amministrativi, e in mezzo anche i dipendenti della Roma Multiservizi, si sono alternati al megafono, in attesa che una delegazione venisse ricevuta a Palazzo Senatorio – “Vogliamo parlare col vicesindaco Nieri”, spiegano – per esporre le proprie proposte.

Tra queste, i dipendenti chiedono certezze su importo e tempi degli ‘incentivi’ che compongono il salario accessorio, con un sistema di valutazione basato sull’operato collettivo e non individuale e fondato su progetti con obiettivi certi, e poi modifiche di categoria: la revisione integrale dell’incentivo collegato alle responsabilità specifiche assunte dai singoli dipendenti inquadrati nelle categorie B, C e D per gli amministrativi; il rispetto della specifica professionalità e della rilevanza sociale del lavoro svolto dai dipendenti del settore educativo-scolastico con progetti di miglioramento del servizio “fondati su incrementi qualitativi e non su criteri quantitativi delle ore di servizio frontale”; l’adeguamento e la conseguente valutazione dell’operato della Polizia locale “sulla base delle criticità proprie di una metropoli moderna, superando la logica dell’intervento straordinario” a favore di una pianificazione strategica della presenza sul territorio “posta a base di adeguate forme incentivanti”.

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