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Arriva influenza, bisogna averne paura?

La giornalista De Bac: “In arrivo stagione influenzale aggressiva”. L’infettivologo Bassetti: “Non abbiamo anticorpi idonei per fermarla”

Margherita De Bac e Matteo Bassetti

Margherita De Bac e Matteo Bassetti

Effetti del Covid-19. Una malattia che ha probabilmente lasciato segni all’interno del nostro corpo. E forse, se non principalmente, anche all’interno delle nostre menti.

E sì, perché evidentemente dopo due anni e mezzo di convivenza abbiamo forse dimenticato molte delle nostre abitudini. Tra esse anche quelle legate a piccoli malanni stagionali. Che ne è stato della nostra influenza quella che, puntuale, ogni anno tornava a farci visita in questo periodo? Sembra quasi non sia più la stessa, o forse è solo il sintomo (appunto) di un cambiamento dettato dagli effetti di una pandemia che ci ha parecchio, troppo forse, dominato, confuso, suggestionato.

Come mai? Le malattie stagionali esistono ancora? Come si riconoscono? Abbiamo intervistato il Prof. Matteo Bassetti, Direttore Malattie infettive presso l’ospedale Policlinico San Martino di Genova:

matteo bassetti e le varianti covid
L’infettivologo Matteo Bassetti

“Il problema è che la scena è stata occupata completamente negli ultimi due anni e mezzo dal Covid” –  ci dice l’infettivologo – “Evidentemente è stato un errore, perché ha indotto le persone a pensare che una volta che si fosse protetti con la vaccinazione o nell’eventualità di un tampone negativo, si poteva stare tranquilli. E nella realtà non è proprio così. Un tampone negativo per il Covid non esclude un’altra forma respiratoria, magari altrettanto impegnativa. Come per esempio l’influenza“.

Un ammalato misura la temperatura corporea con un termometro

Cosa sarebbe il caso di fare secondo lei?

“Quello che servirebbe è spiegare alle persone, senza terrorizzare nessuno, che esistono altri problemi oltre al Covid. E che tutto sommato oggi, il Covid, tra tutte le infezioni che possono interessare le vie respiratorie è quello che fa meno paura. A me personalmente, da medico”.

Come mai?

“Un po’ perché è mutato profondamente con la variante omicron, un po’ perché tra vaccinati e guariti abbiamo quasi il 100% degli italiani che sono coperti. L’influenza invece, che da tre anni non fa capolino all’interno delle nostre vie respiratorie, trova un’autostrada“.

Non avevamo risolto tutto, utilizzando le mascherine?

“Le mascherine hanno sì aiutato nei confronti del Covid, ma hanno spostato il problema. Non lo hanno risolto. L’abbiamo usata per un sacco di tempo, forse troppo. Oggi inevitabilmente l’influenza ci trova più fragili. Perché non abbiamo sviluppato degli anticorpi idonei per fermare il progredire”.

Cosa prevede per le prossime settimane?

“E’ bene che si torni a parlare, perché ci saranno contagi. Si contageranno adulti, bambini e soprattutto anziani. Bisogna sperare che quando arriverà a questi ultimi non ci siano problemi per il sistema sanitario. Sappiamo come funziona il nostro Paese, se il picco arriverà durante le vacanze natalizie con molti medici di base magari in ferie, rischiamo di mandare in tilt gli ospedali“.

mascherina in ufficio

Quest’anno l’influenza ha sviluppato il proprio corso in tempi prematuri. I livelli registrati, secondo le prime analisi, mostrano che Lombardia, Emilia-Romagna e Umbria, sono attualmente le regioni più colpite. Con un’incidenza, dice l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che ha superato la soglia di entità molto alta.

Margherita De Bac

“In effetti”  – ci dice Margherita de Bac, giornalista e scrittrice – “dopo due anni di riposo il virus influenzale è tornato alla carica. La diffusione è favorita dal fatto che, soprattutto i bambini piccoli, sono rimasti in un certo senso isolati tra lockdown e assenza prolungata da scuola. Per questo l’influenza, di fatto, non l’hanno mai vista”. 

vaccino covid bambini

“Nelle precedenti stagioni, con le mascherine, abbiamo fatto in modo da non far circolare il virus. Quest’anno invece lo stesso è uscito allo scoperto. Si preannuncia una stagione particolarmente aggressiva, soprattutto nella fascia d’età 0-4 anni e 0-5 anni.  Ma non bisogna preoccuparsi più di tanto”.