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Animali in ufficio all’università di Verona: ma attenzione al loro benessere

Animali in ufficio: l’Università di Verona sperimenta il rientro al lavoro con cani e gatti, ottenendo maggior rendimento

Animali in ufficio

Animali in ufficio

Animali in ufficio. Il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da Sars-coV-2 ha cambiato in modo improvviso il nostro modo di lavorare, di stare con gli altri, di relazionarsi in pubblico. Secondo alcuni psicologi diverse persone avrebbero sviluppato in questo periodo in casa la “Sindrome della capanna” caratterizzata da una sorta di dipendenza dall’ambiente domestico, dai familiari e paura dell’esterno. No, pare che non sia solo pigrizia.

L’università di Verona sta promuovendo la possibilità di portare cani di piccola taglia o gatti in ufficio, per addolcire il rientro sul posto di lavoro, aumentare i livelli di serenità e benessere e così quelli della produttività aziendale e del rendimento.

La pratica è stata chiamata “Smart pet working in office” e il rettore Pier Francesco Nocini dice: “Sembra che migliori notevolmente la performance lavorativa perché rende l’atmosfera più rilassata, stimola la creatività e agevola l’interazione tra colleghi”, insomma tra una e-mail e una carezza, un fascicolo e un naso umido, si può rendere il dovere più piacevole e proficuo.

L’incentivo post-Covid potrebbe diventare una pratica di uso frequente e abituale.

Animali in ufficio..con rispetto

Dovrà comunque essere sviluppato un codice di comportamenti per regolare la pratica, nel rispetto dei colleghi e dell’animale stesso. Infatti, ci teniamo a sottolineare che un cane, ad esempio, ha bisogno di socializzare nei parchi. Mentre il gatto è un animale abitudinario, che ama stare con il compagno umano ma soprattutto ama i suoi spazi e i suoi nascondigli abituali. Essere messo ogni giorno in un trasportino e condotto in auto o in un mezzo pubblico potrebbe essere motivo di forte stress. Inoltre la presenza di sconosciuti, telefoni che squillano, odori che l’animale non riconosce, possono essere motivo di disagio. Ogni caso dovrà dunque essere valutato dal proprietario secondo la storia, il carattere individuale dell’animale. Che non è uno strumento sottoposto all’uomo, ma il compagno di una relazione affettiva.

La conoscenza e il rispetto delle tendenze etologiche devono essere il primo criterio di questa iniziativa.

Per quanto riguarda gli esemplari di cane di taglia più grande verranno valutati in base a una sorta di prova di idoneità.

Negli ospedali della regione Lazio già dal 2018 è possibile introdurre animali domestici per alleviare il senso di solitudine e sconforto dei degenti. Il regolamento si chiama “4 Zampe con te” e orienta i permessi di accesso animali per i pazienti ricoverati. La pratica era già prevista dal 2017 in Lombardia.

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