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Andrea Montemurro, un nuovo domani nel calcio a 5

Una vita nello sport con un obiettivo: fare bene e vincere, valorizzando i giovani talenti ma senza perdere di vista il risultato del campo

Il giovane imprenditore romano, dopo aver portato la Roma Volley a vincere il campionato di serie B, vede il suo futuro alla presidenza della Divisione Calcio a 5

Una vita nello sport con un obiettivo: fare bene e vincere, valorizzando i giovani talenti ma senza perdere di vista il risultato del campo. E’ questo l’aspetto che caratterizza da sempre la "mission" di Andrea Montemurro, giovane imprenditore romano, fresco di vittoria del campionato di serie B nazionale da presidente della Roma Volley.

Un successo, questo, come sempre conquistato e meritato sul campo, che va ad arricchire la sua bacheca di numerosi successi da presidente e manager sportivo. Un successo che lo proietta verso nuove dimensioni e nuove sfide. E mentre si pensa già alla prossima stagione per rivedere in campo una Roma competitiva anche nella categoria superiore, nuovi scenari si aprono.

Montemurro ha infatti lavorato anche nel calcio e nel calcio a cinque, maturando esperienze molto significative. A meno di 25 anni fu il più giovane Direttore Generale della serie A e vinse la Coppa Italia con la Lazio nel 2003, stagione nella quale i biancocelesti arrivarono anche alla finale scudetto. Dalla Lazio al Nepi, sempre in qualità di direttore generale, con un'altra finale scudetto e la prima storica partecipazione alla Recopa Cup.

E poi, ancora il ritorno alla Lazio nel 2010, per la vittoria di un'altra Coppa Italia e la conquista dei playoff scudetto. Nel calcio a 5 femminile, la vittoria del campionato nel 2011/ 2012 a capo della Gruppo Montemurro Futsal che valse il diritto alla serie A nazionale. 

E ormai da qualche settimana nell'ambiente si parla di un suo ritorno nel mondo del futsal, da candidato alle prossime elezioni per la presidenza della Divisione Calcio a 5. "Ufficializzeremo la candidatura più avanti, ma ormai non è un segreto. Devo dire che gli inviti e le pressioni a candidarmi che mi arrivano ogni giorno da addetti ai lavori e presidenti mi stanno convincendo ad accettare questa nuova sfida. Mi fa piacere che uomini, dirigenti e giocatori che hanno fatto la vera storia di questo sport in Italia pensino a me e mi chiedano di scendere in campo per fare il presidente della Divisione Calcio a 5. Questo è uno sport che ho sempre amato e che porto nel cuore, vorrei tanto guidarlo verso un cambiamento, una fase nuova". 

Come pensa di poter rinnovare il calcio a cinque italiano, con quali priorità e obiettivi? “Noto che ancora oggi il calcio a 5 è uno sport che ha poca riconoscibilità e visibilità al di fuori, sembra quasi un tesoro nascosto ai più. E io, che nella comunicazione ci lavoro, non capisco perché. Lo sport più giocato in Italia, si ritrova ad essere quasi invisibile sulle reti televisive che contano nello sport e sui media principali.

Solo quando si è parlato di scandali, passaporti falsi, oriundi e altre vicende poco edificanti, anche le tv e i grandi giornali ne hanno parlato spontaneamente, mostrando interesse. Non mi pare una cosa di cui andare fieri, sinceramente. Era così anche ai tempi in cui ero direttore generale e presidente di club, e mi pare che a distanza di anni le cose non siano particolarmente cambiate.

Ecco, è arrivato il momento di cambiare, di far uscire questo sport dal quasi anonimato, per far riavvicinare anche più investitori e sponsor, dice Andrea Montemurro. In passato molti imprenditori si sono interessati al calcio a 5, ma quasi tutti sono scappati a gambe levate dopo due o tre stagioni di investimenti senza seguito. Tutto ciò, consentitemi, mette tristezza. E se me ne verrà data l’opportunità, sosterrò l’impegno di presidenti e società di tutta Italia con i fatti e non a parole, con uno sgravio delle loro spese e il contributo attivo di sponsor tecnici che sono già con me. E a livello di comunicazione, se ne sentirà parlare certamente di più. Sono certo che questo sport diverrà molto più popolare e appetibile anche al di fuori del suo mondo”.

 

 

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