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Amore per cani e gatti. Sottovalutato il lutto per la perdita di un animale

L’amore che proviamo verso i nostri animali, non dobbiamo nasconderlo, è paragonabile all’amore per i nostri figli

Gatti

L’amore che proviamo verso i nostri animali, non dobbiamo nasconderlo, è paragonabile all’amore per i nostri figli. Ci prendiamo cura di loro ogni giorno, li nutriamo, li coccoliamo, li portiamo sempre con noi e cerchiamo continuamente un gioco o un cibo che li gratifichi. Non a caso molte persone riferendosi al proprio cucciolo di animale lo definiscono “il mio figlio pelosetto”, dando all’animale un ruolo privilegiato all’interno della famiglia, alla stessa stregua dei figli.

Jofi, la cagnolina di Freud

Ci chiediamo come sia possibile provare tanto amore per una bestiolina e di contro provare spesso rancore, rabbia o indifferenza nel rapporto tra persone. Secondo Freud l’amore per gli animali è un amore privo di ambivalenza, libero da conflitti, e aggiunge che “il sentimento per i cani è lo stesso che nutriamo per i bambini”. Freud aveva una cagnolina di nome Jofi che gli fu regalata da una sua illustre paziente, Maria Bonaparte.

L’amò molto, Jofi aveva su di lui e sui suoi pazienti un effetto tranquillizzante. Lei era sempre presente durante le sedute di psicoanalisi e quando si alzava significava che la seduta era terminata. Morì dopo dodici anni e Freud sentì un grande vuoto, un dolore atroce che lo spinse a prendere un altro cagnolino di nome Lun.

Anche Schopenhauer amava molto gli animali: “chi non ama gli animali non ama nemmeno l’uomo, se viene meno la pietà per loro viene meno anche per gli uomini, perché ha la stessa radice”. L’uomo crudele con gli animali non può essere un uomo buono. Inoltre affermava che “chi non ha avuto un cane, non sa cosa significa essere amati”.

Schopenhauer viveva con un barboncino bianco di nome Atma e con lui meditava, si rilassava e faceva lunghe passeggiate. La filosofia del velo di Maya la applicò al contrario dicendo che Atma era oltre ogni velo, trasparente alla realtà. Nel 1953 Boris Levinson, neuropsichiatra infantile, scoprì i benefici del suo cane con i bambini affetti da autismo. Affermava che “abbiamo bisogno degli animali per rinforzare la nostra interiorità”.

Il benessere che può dare un cane

Il benessere che può dare un cane è efficace quanto o forse di più di una seduta di psicoterapia. Ce ne accorgiamo oggi più di ieri di quanto abbiamo bisogno degli animali per colmare il nostro vuoto interiore. Molte persone vivono in completa solitudine nonostante abbiano una vita piena d’impegni. Si ha compassione per gli animali più che per gli esseri umani. Una ricerca della Northeastern University ha dimostrato che le persone partecipanti allo studio provavano maggiore compassione e angoscia per il cucciolo di cane picchiato piuttosto che per un uomo adulto.

Amore per i gatti

Le persone che amano gli animali sono spesso empatiche, generose, positive a differenza di chi non prova amore per cani e gatti. Di solito sono persone negative, narcisistiche, aggressive e prive di solidarietà verso gli altri. Alcuni dati interessanti ripresi dal rapporto Assalco-Zoomark 2023 ci rivelano che sono 65 milioni gli animali da compagnia nel nostro paese. Prima della pandemia erano 60,2 milioni. I cani che vivono in casa sono 9 milioni mentre i gatti arrivano a 10 milioni. Gli altri animali sono pesci 30 milioni, 13 milioni gli uccelli e 3,2 piccoli mammiferi e rettili.

Il 40% delle famiglie in Italia ha un animale domestico. Il dolore per la perdita di un cane o di un gatto è paragonabile al dolore per la perdita di una persona cara, soprattutto per le persone che hanno vissuto per molti anni con la sola compagnia di un animale. Il lutto deve essere elaborato così come avviene per gli esseri umani e spesso il dolore pervade la persona per sempre.

La sottovalutazione di un lutto per gli animali

Il dolore si accompagna alla rabbia quando gli altri sottovalutano il lutto per un animale ritenuto da molti non certo paragonabile alla perdita di una persona. Eppure quanta sofferenza proviamo nell’assistere alla loro lenta agonia. Un lutto anticipatorio dove proviamo a immaginare una vita senza di loro. Decidere la loro fine per evitare troppa pena per entrambi è un momento di grande strazio che ci obbliga a fare in fretta per il bene del nostro compagno pelosetto. Una morte dignitosa che spetterebbe a tutti gli esseri umani.

Gandhi diceva che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”.