“Alt Polizia! apra il bagagliaio”, “Sono solo piante”: oltre 1.500€ di multa | Se stai pensando di fare un giro al garden lascia perdere

Attento a cosa metti in auto - romait.it
Adesso ti multano se hai una pianta in auto. Stai attento quando passi dal fioraio, ti potrebbe costare davvero caro
Oggi bisogna stare attenti anche a come si trasportano le piante. Non è raro, soprattutto nelle città, vedere automobilisti fermati dalla polizia con il portabagagli pieno di vasi e terriccio. E c’è chi giura di aver sentito dire che se ti trovano con una pianta in macchina rischi pure la multa.
Una storia che sembra incredibile, ma che trova radici in una legge scritta male e in un sistema che fatica a distinguere il geranio dal sospetto di reato. La questione ha creato un certo allarme.
Molti cittadini non sanno più cosa sia consentito e cosa no. I giardinieri e i fiorai, che ogni giorno fanno consegne per conto di clienti, raccontano di aver ricevuto controlli più frequenti. C’è chi scherza e dice di tenere sempre pronte le fatture di vendita.
Ma dietro l’ironia resta il disagio di chi si muove in un quadro normativo poco chiaro, in cui la linea fra legalità e sospetto è sottile come una foglia.
La passione per il verde
Per i professionisti del verde la confusione pesa. Un vivaista spiega che molti clienti chiedono di non ricevere consegne a domicilio, preferendo ritirare di persona per evitare guai. Anche chi fa giardinaggio per passione non è tranquillo: basta un controllo e la giornata si rovina, fra spiegazioni e domande su cosa si stia realmente trasportando. La legge, si dice, non guarda ai petali ma alle potenzialità della pianta. Ed è qui che nasce il problema.
Perché di piante, si sa, l’Italia è piena. Chi ama il verde lo fa per tanti motivi. C’è chi riempie casa di piante ornamentali, chi si rilassa curando bonsai, chi coltiva erbe aromatiche sul balcone. C’è chi si appassiona ai terrari, alle piante grasse, o alla sfida di far fiorire un’orchidea in inverno.
Molti trovano in quella cura quotidiana un modo per staccare la mente e sentirsi meglio. Acqua, luce, concime, attenzione ai parassiti: dietro ogni pianta viva c’è una dedizione che sa di pazienza e silenzio.

Cosa sta accadendo
E invece il punto è proprio questo. La “pianta sospetta” di cui parlano i controlli non è un geranio o una felce, ma la cannabis. In Italia, la coltivazione di marijuana resta vietata anche se destinata all’uso personale. La legge di riferimento è l’articolo 73 del Dpr 309 del 1990, che punisce chi coltiva piante da cui si possono estrarre sostanze stupefacenti. Le pene sono pesanti: da due a sei anni di reclusione e multe che possono arrivare a decine di migliaia di euro.
Il problema, come spiega il sito dello Studio legale De Rosa Mistretta, è che la norma viene interpretata in modi diversi. Alcuni tribunali ritengono punibile qualunque coltivazione, anche di una sola pianta, altri valutano caso per caso, considerando l’entità e la finalità dell’uso. Ne deriva una situazione paradossale: due persone nella stessa condizione possono ricevere sentenze opposte, una assoluzione e una condanna. Molti coltivatori domestici sostengono di voler solo evitare di finanziare il mercato illegale o di usare sostanze di provenienza incerta. Tuttavia, la legge non fa distinzioni nette e il rischio di un processo resta alto.
