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Alberghi a 5 stelle: no alla tassa, sì alla lotta all’abusivismo

Radio Municipio Roma II intervista il presidente di FederAlberghi Roma Roscioli

È di ieri la notizia di un accordo tra il sindaco di Roma Ignazio Marino, l’assessore alla Cultura e al Turismo di Roma Capitale Giovanna Marinelli, l’assessore alle Attività produttive Marta Leonori, le associazioni e la Commissione turismo presieduta da Valentina Grippo riguardo la tassa di soggiorno per gli alberghi a cinque stelle nella Capitale (qui i dettagli). Il sindaco ha fatto marcia indietro sull’aumento della tassa – già bocciato in Commissione Turismo – e ha deciso di puntare sulla lotta all’abusivismo e all’evasione del settore ricettivo. Radio Municipio Roma II aveva intervistato, già la settimana scorsa, il presidente di FederAlberghi Roma Roscioli, il quale pare avesse già ben in mente quali fossero le soluzioni fattive per portare denaro nelle casse del Comune senza compromettere la già non facile situazione, a dispetto di quello che si può credere, degli Hotel di lusso.

Potete ascoltarne il podcast o dall’app gratuita del vostro smartphone o dal sito www.radiomunicipioroma.it/rmr2. Ne riportiamo un breve stralcio.

Presidente Roscioli, apprendiamo dai giornali la notizia di ben 50 richieste pervenute alla FederAlberghi Roma da parte di strutture che chiedono il declassamento a 4 stelle per via del previsto aumento della tassa di soggiorno da 7 a 10 euro per i turisti che pernottano negli hotel di lusso. Lei cosa si può dire a riguardo?
Noi abbiamo fatto una riunione con gli hotel a cinque stelle che aderiscono alla nostra associazione (circa 25 sui 29 totali) e tutti hanno espresso molte perplessità su questo aumento della tassa di soggiorno solo per i cinque stelle. Per tanti motivi: il primo è, perché, chiaramente, se si vuole andare verso un turismo di qualità questa non è la direzione giusta. L’altro problema è che 10 euro a persona al giorno rispetto alle capitali concorrenti (Parigi, Madrid, Londra o Berlino) sono una cifra notevolmente più alta, quasi dieci volte più alta rispetto a tutte le altre concorrenti. Conseguentemente gli hotel hanno chiesto come si fa a passare a un declassamento da un cinque ad un quattro stelle perché al quattro stelle rimarrebbe a 6 euro, cioè 4 di meno al giorno. La cosa più preoccupante, invece, è quella della stagionalizazione: molti alberghi hanno chiesto come si può fare soltanto il lavoro stagionale. In bassa stagione, infatti – al centro di Roma forse no ma in semiperiferia di sicuro – le tariffe sono molto più basse e 10 euro al giorno incidono troppo arrivando quasi al 40% del prezzo venduto. Inoltre la problematica si estende in quanto le città limitrofe non hanno la medesima tassa di soggiorno. Per esempio a Fiumicino, dove insistono tanti alberghi, una metà stanno nel Comune di Roma, l’altra metà nel Comune di Fiumicino: questo crea un problema serio. Con il declassamento, inoltre, i cinque stelle non offrirebbero più tanti dei loro servizi e quindi verrebbero persi dei posti di lavoro. Nella stagionalizzazione, addirittura, si passa da lavoratori a tempo indeterminato a un lavoro stagionale con una precarizzazione di molte unità che lavorano nel sistema alberghiero. A noi pare un fatto soltanto ideologico: al Comune di Roma questo aumento inciderebbe solo per qualche milione, non di più. Si potrebbe fare un po’ di lotta all’abusivismo, perché noi stimiamo che siano quasi 35 i milioni di tasse evase di soggiorno. Dunque, oltre a ristabilire la legalità, si avrebbe un beneficio economico ben superiore all’aumento della tassa di soggiorno solo per i cinque stelle.

Ma il sindaco Marino si è dimostrato favorevole a incontrarvi?
Assolutamente no.

Andando avanti nella lunga intervista di Luigi, il presidente Roscioli fa notare altri fattori che non vanno nel turismo romano. Ci racconta di come sia stato contattato da diversi amministratori di condominio che lamentavano l’illegalità di alcune strutture alberghiere di bed and breakfast all’interno delle loro strutture. Oltre al fattore dell’evasione fiscale, entrerebbe in gioco anche il problema della sicurezza, in quanto si danno chiavi (anche del portone centrale) a persone estranee. In un momento come questo di allerta terrorismo, queste strutture potrebbero essere preferite agli alberghi, dove invece si è costretti ad essere registrati con comunicazione alla questura. È una questione di interesse generale della città.

Inoltre, ricordiamo come le strutture alberghiere paghino un’Imu di gran lunga superiore rispetto alle case private. Come la Tasi. Dunque dovrebbe tornare prioritario il controllo di queste strutture, così come la lotta al degrado e la lotta all’illegalità. Giusto anche ricordare che le strutture abusive all’interno del Comune di Roma sono passate da 4000 a 5000.

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