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A Roma con UGL in difesa dei call center: #ioparloconlitaliano

Protesta contro la delocalizzazione del call center all’estero

Centinaia di bandiere hanno sventolato ieri sotto le prefetture di 10 città italiane. Erano quelle di UGL Telecomunicazioni insieme ai tricolori. Sindacalisti, lavoratori, semplici cittadini e associazioni hanno manifestato il loro dissenso contro la pratica di delocalizzazione dei call center all’estero, un fenomeno che sta producendo danni irreversibili al tessuto industriale del settore telecomunicazioni e la perdita di migliaia di posti di lavoro, come denuncia Stefano Conti (UGL). “Ci sono norme e leggi che servono per tutelare cittadini e dati sensibili che vengono continuamente eluse sia da aziende private ed ora con la vertenza ACI/Omnibus, anche da parte di aziende pubbliche. È inaccettabile che per risolvere i problemi della crisi o per aumentare i loro profitti, le imprese scarichino interamente sui lavoratori i costi di queste operazioni”, dice Conti. I risparmi sul costo del lavoro risultano infatti essere notevoli: delocalizzando in determinati paesi europei ed extraeuropei, la manodopera ha dei costi talmente bassi, del tutto imparagonabili agli stipendi dei dipendenti italiani.

UGL Telecomunicazioni con quest’azione ha voluto sensibilizzare i lavoratori sul tema del rispetto delle leggi, “prima fra tutte quella che obbliga le aziende a dare la possibilità ai propri utenti di poter scegliere se parlare nei call center con un operatore che si trova in Italia piuttosto di uno che risiede all’estero. Questo perché oltre ad essere una libertà di scelta irrinunciabile per i cittadini è un’ulteriore forma di tutela per i propri dati sensibili, troppo spesso finiti in mani poco sicure”, concludono gli organizzatori, tra cui Salvatore Muscarella, candidato alla segreteria generale UGL.

La campagna partita su Facebook #ioparloconlitaliano, che finora ha raggiunto 40.000 visualizzazioni in rete, ha visto a Roma l’adesione di numerose sigle, movimenti e associazioni sensibili alla tematica che hanno aderito all'iniziativa sfilando sotto il Ministero dello Sviluppo Economico insieme al sindacato UGL Telecomunicazioni e ai lavoratori dei call center, a riprova dell’interesse e della trasversalità dell’evento.

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