Roma-Viterbo e Metromare, la pazienza dei pendolari finisce: 8.038 corse saltate e guasti continui
Roma-Viterbo e Metromare restano fra le peggiori linee: 8.038 corse cancellate, guasti e stop. Pendolaria 2025 fotografa disagi e richieste
A piazzale Flaminio l’orologio conta minuti che sembrano più lunghi del normale. Si guarda il tabellone, si aspetta un annuncio, si prova a indovinare se quel treno passerà davvero. È un rituale quotidiano per chi usa la Roma-Viterbo e la Metromare: due linee che, nel Rapporto “Pendolaria” 2025 di Legambiente, tornano in cima alla graduatoria delle tratte italiane con maggiori problemi, e lo fanno con numeri che non lasciano spazio a interpretazioni benevole.
Pendolaria 2025 racconta la Roma-Viterbo: corse soppresse come normalità
Sulla Roma-Viterbo, la ferrovia che porta dalla città verso l’hinterland e poi fino alla Tuscia, il dossier indica 8.038 corse cancellate nei primi dieci mesi del 2025. Non è un inciampo: è un trend in peggioramento, dopo circa settemila corse soppresse nel 2023 e oltre 6.500 nel 2024. E poi c’è ottobre, mese simbolo di un sistema che fatica: 1.050 corse saltate, quasi tutte nel tratto urbano, dove le cancellazioni hanno inciso per il 23% del servizio. In parole semplici: quasi una corsa su quattro non è partita.
Pendolaria 2025 e i guasti: studenti e lavoratori lasciati a terra
Dietro i numeri ci sono giornate reali. Chi deve arrivare in ufficio a Roma, chi entra a scuola, chi ha una visita medica prenotata da settimane. Il rapporto parla di materiale obsoleto e guasti frequenti: tradotto, porte che danno problemi, convogli che si fermano, infrastrutture che non reggono il ritmo di un servizio intenso. E quando il treno non arriva, la catena è immediata: autobus presi al volo, auto condivise, metro affollate, corse in ritardo che rovinano l’intera giornata.
Pendolaria 2025 e la “Roma-Nord”: cantieri necessari, ma l’effetto sui tempi è pesante
C’è poi il capitolo cantieri. Astral, che gestisce l’infrastruttura, ha attivato lavorazioni notturne sulla tratta urbana, con chiusure e rimodulazioni che dovrebbero andare avanti fino ad aprile 2026. Interventi utili, perché una ferrovia di oltre 100 chilometri richiede manutenzioni profonde, ma intanto il pendolare paga il prezzo più alto: meno corse, più attese, meno certezza.
Pendolaria 2025 e stazioni con servizi ridotti: biglietterie chiuse e accessibilità a metà
Non è solo un tema di binari. Nelle stazioni più periferiche le biglietterie spesso non ci sono, o aprono a singhiozzo. I servizi essenziali risultano ridotti e l’accessibilità resta un nervo scoperto, come segnala il rapporto citando barriere architettoniche non superate. Il risultato è un’esperienza di viaggio che si complica già prima di salire a bordo.
Pendolaria 2025 sulla Metromare: stop, guasti e convogli MA200 fuori servizio
Sulla linea per Ostia il copione cambia poco. Il rapporto ricorda episodi ravvicinati: il blocco del 30 ottobre per un guasto alla rete in fibra ottica e lo stop del 13 novembre per un problema infrastrutturale. A maggio, un passaggio che ha colpito migliaia di utenti: sospensione temporanea dei convogli MA200, fermati per guasti frequenti alle porte o al sistema di trazione. Anche dopo la reintroduzione graduale, l’affidabilità è rimasta un tema aperto, con un servizio che fatica a mantenere regolarità nelle ore di punta.
Pendolaria 2025 e Acilia Sud-Dragona: una stazione nuova, attesa per decenni
In mezzo a tante ombre, una luce c’è: l’entrata in servizio della nuova stazione di Acilia Sud-Dragona, arrivata dopo anni di attese e rinvii. È un’infrastruttura che può migliorare accessi e distribuzione dei flussi, ma non può, da sola, risolvere il problema principale: la continuità del servizio e la disponibilità di treni efficienti.
Pendolaria 2025 e il crollo dei viaggiatori: dal 2019 al 2024 persi 150mila pendolari
Il dato che fa più rumore, però, è quello sulla fiducia. In cinque anni i pendolari nel Lazio sono scesi da oltre 550mila (2019) a 400mila (2024). All’inizio c’è stata la pandemia, poi la discesa è rimasta costante. Legambiente legge questo calo come un segnale duro: chi può, cambia abitudini, torna all’auto o cerca alternative, con più traffico sulle strade e meno efficacia del trasporto pubblico.
Pendolaria 2025, Legambiente Lazio attacca: “Ai limiti dell’indecenza”
Le parole di Amedeo Trolese e Roberto Scacchi, responsabile mobilità e presidente di Legambiente Lazio, riassumono il clima: “due situazioni terribili ai limiti dell’indecenza” su Roma-Viterbo e Metromare, con interruzioni e corse saltate considerate ormai ordinarie. L’associazione chiede alla Regione un cambio di passo: più risorse, fino ad almeno l’1% del bilancio regionale destinato al trasporto pubblico, e maggiore disponibilità dei dati necessari a monitorare il servizio, che secondo quanto riportato sarebbero stati negati per la compilazione del dossier.
Pendolaria 2025 e la domanda che resta: quanto ancora può reggere il pendolare?
Il punto, a Roma, non è solo migliorare un indicatore. È restituire prevedibilità a chi si sposta ogni giorno. La Roma-Viterbo e la Metromare non sono linee “di contorno”: tengono insieme quartieri, municipi, scuole, posti di lavoro, costa e centro. Se la ferrovia perde credibilità, la città si blocca: più auto, più code, più tempo perso. E i numeri del Rapporto Pendolaria 2025, letti insieme alle voci dei pendolari, dicono che la pazienza è ormai al limite.
