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Fontana di Trevi, se la vuoi guardare devi pagare | La nuova tassa ha un costo assurdo

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Roma introduce il ticket d’ingresso alla Fontana di Trevi per gestire l’ondata di visitatori: due euro per i turisti, gratuità per i residenti. Una decisione destinata a ridisegnare il cuore della città.

Dal 7 gennaio uno dei monumenti più celebri al mondo, la Fontana di Trevi, entrerà ufficialmente in una nuova fase della sua storia: l’accesso non sarà più completamente libero. Per i turisti sarà necessario acquistare un biglietto da 2 euro, mentre i romani continueranno a entrare senza costi. Un cambiamento radicale che arriva dopo mesi di pressioni legate all’iperturismo e alla necessità di proteggere un luogo che, per numero di presenze, è secondo solo al Colosseo.

La decisione è maturata in un momento in cui la Capitale registra presenze record e si trova costretta a sperimentare nuovi strumenti per contenere i flussi. Per evitare critiche durante il periodo festivo, il Campidoglio ha scelto di annunciare la misura subito dopo l’Epifania, quando il picco turistico comincia fisiologicamente a calare.

L’iniziativa arriva dopo la fase di contingentamento attiva dal 22 dicembre, che limita a 400 persone contemporaneamente la presenza nell’area attorno alla fontana. Il presidio è garantito dagli steward in gilet blu, ormai parte integrante della vita quotidiana della piazza, incaricati di regolare gli ingressi e ridurre situazioni di sovraffollamento.

Con l’introduzione del ticket, l’area verrà riorganizzata con due percorsi distinti: uno dedicato ai turisti e uno riservato ai residenti. Gli accessi saranno delimitati da paletti in ottone, soluzione più stabile rispetto alle transenne usate nelle settimane di prova. Il pagamento sarà possibile anche tramite carta di credito, così da evitare code e blocchi, riprendendo in parte il modello già adottato per il Pantheon, diventato a pagamento nel 2023.

L’amministrazione difende la scelta definendola uno strumento necessario per salvaguardare un monumento fragile, costantemente esposto all’impatto di milioni di visitatori. L’obiettivo è duplice: proteggere l’opera e garantire un’esperienza più ordinata, senza rinunciare alla sostenibilità economica.

Numeri record e impatto economico: un potenziale da 20 milioni di euro

I dati del 2025 raccontano un’affluenza senza precedenti: nel solo primo semestre la Fontana di Trevi ha registrato oltre 5 milioni e 300mila accessi, proiezione che potrebbe superare gli 11 milioni entro fine anno. Numeri che spingono il Campidoglio a considerare la fontana non solo un simbolo culturale, ma anche una risorsa economica strategica.

Con un prezzo simbolico di 2 euro, il Comune potrà ottenere un introito potenziale di circa 20 milioni di euro annui. Un confronto con altri siti aiuta a comprendere la portata del cambiamento: il Pantheon ha già dimostrato come un sistema di bigliettazione possa generare risorse significative pur mantenendo un elevato afflusso, mentre il Colosseo resta un gigante sia per visitatori sia per incassi.

L’amministrazione intende destinare i fondi raccolti al miglioramento dei servizi turistici, della manutenzione urbana e della tutela dei monumenti, seguendo il modello del contributo di soggiorno, diventato ormai uno strumento essenziale per il bilancio cittadino.

La scelta è sostenuta anche da chi teme una progressiva “disneylandizzazione” del centro storico. Regolare gli accessi, secondo i promotori del provvedimento, è il primo passo per restituire decoro, ordine e vivibilità a uno dei luoghi più iconici e fotografati d’Italia.

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Una decisione che pesa anche sul quadro politico nazionale

L’introduzione del ticket avviene in un momento di crescente attenzione del governo verso Roma e coincide con l’avvio di nuovi meccanismi di perequazione tra Stato e Capitale previsti dal 2026. L’autonomia gestionale delle risorse prodotte dal turismo diventa così una leva cruciale, capace di influenzare i rapporti istituzionali e la pianificazione economica futura.

La Fontana di Trevi, legata da sempre al gesto della monetina e al rito del desiderio di ritorno nella Città Eterna, entra quindi in una fase completamente diversa. Un passaggio storico che unisce tutela, sostenibilità e responsabilità amministrativa, e che potrebbe aprire la strada a nuove regole anche per altri monumenti simbolo della Grande Bellezza.