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Roma, l’arresto in ospedale: primario fermato in un’operazione lampo | Gli inquirenti temono un sistema molto più grande

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Un’indagine silenziosa, un pedinamento durato settimane e un momento decisivo che cambia tutto: ecco cosa hanno scoperto gli investigatori

L’aria che si respira negli ambienti sanitari della capitale è pesante. Da giorni circola la voce di un intervento improvviso della polizia che avrebbe colto di sorpresa uno dei dirigenti più influenti del settore. Una storia che, a prima vista, sembra un dettaglio isolato, ma che in realtà affonda le sue radici in un’inchiesta complessa, costruita passo dopo passo, fino al momento in cui un incontro considerato di routine si è trasformato nella scena chiave di un’operazione seguita con estrema riservatezza. Gli inquirenti hanno atteso, osservato, verificato. E quando è arrivato il segnale giusto, sono intervenuti.

La vicenda, rimasta sottotraccia fino a poche ore fa, sta scuotendo la rete ospedaliera romana e sollevando interrogativi sul possibile coinvolgimento di altri soggetti del sistema sanitario regionale. Il ruolo ricoperto dal dirigente arrestato aumenta ulteriormente il peso dell’inchiesta, che potrebbe ampliare il suo raggio nelle prossime settimane.

L’arresto del primario del Sant’Eugenio: il passaggio di denaro e l’operazione in flagranza

Il medico coinvolto è Roberto Palumbo, primario e direttore della Uoc di Nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’intervento della polizia è scattato nel momento in cui il dirigente avrebbe ricevuto una somma di denaro dall’imprenditore Maurizio Terra, amministratore della Dialeur, società attiva nella fornitura di apparecchiature per la dialisi.

L’operazione è avvenuta giovedì, ma la notizia è trapelata solo il giorno successivo, mentre il gip non aveva ancora convalidato la misura cautelare. L’arresto in flagranza, spiegano gli investigatori, è stato possibile grazie a settimane di riscontri, analisi e verifiche che avrebbero delineato un quadro tale da giustificare l’intervento immediato. Il presunto passaggio di denaro non sarebbe stato un episodio isolato, ma parte centrale di un’indagine più ampia che coinvolge complessivamente 12 persone.

Secondo gli inquirenti, l’incontro tra il primario e l’imprenditore rappresentava il momento più delicato dell’intera attività investigativa. Una circostanza considerata «inequivocabile», che ha permesso agli agenti di chiudere la manovra nel punto esatto in cui la prova ritenuta decisiva sarebbe stata acquisita.

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Ruoli regionali, incarichi di peso e gli interrogativi sulle possibili connessioni

La posizione di Palumbo non riguarda soltanto l’ambito ospedaliero. Il medico, infatti, ricopre da anni incarichi cruciali nella Nefrologia regionale del Lazio, partecipando a organismi tecnici considerati strategici per la gestione della rete assistenziale. È stato membro della Commissione Regionale di Vigilanza sull’emodialisi e del Coordinamento Regionale della Rete Nefrologica Ospedale–Territorio, ruoli che gli hanno conferito un’influenza rilevante nelle dinamiche sanitarie del territorio.

Proprio questi incarichi sono ora al centro di ulteriori verifiche: gli investigatori stanno valutando se e come possano essere collegati alle accuse di corruzione formulate nell’ambito dell’inchiesta. Una ricostruzione tutt’altro che semplice, che richiede l’analisi dell’intero perimetro amministrativo e dei rapporti professionali del dirigente arrestato.

La procura intanto prosegue gli accertamenti in attesa della decisione del gip, passaggio fondamentale per definire i prossimi sviluppi. In un settore dove fiducia e trasparenza sono elementi essenziali, la vicenda apre scenari delicati destinati a far discutere ancora a lungo.