Acerra, autopsia sulla bimba di nove mesi: il pitbull l’ha uccisa al primo morso
L’autopsia sulla bimba di Acerra conferma il morso del pitbull come causa immediata della morte. Indagato il padre per omessa custodia dell’animale
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L’autopsia ha confermato ciò che gli investigatori sospettavano fin dalle prime ore: la bimba di nove mesi morta ad Acerra nella notte del 15 febbraio è deceduta a causa di un singolo morso al collo sferrato dal pitbull di famiglia. Un dettaglio che chiarisce definitivamente la dinamica, già complessa e dolorosa, al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura di Nola e approfondita dai veterinari forensi chiamati a collaborare con i medici legali.
Autopsia sulla bimba di Acerra: i nuovi dettagli rafforzano la ricostruzione iniziale
Il referto è stato illustrato a Fanpage.it dal veterinario forense Orlando Paciello, che ha lavorato fianco a fianco con il medico legale Maurizio Saliva. Il lavoro dei due specialisti ha permesso di accertare che la piccola è stata colpita da un solo morso, sufficiente però a provocare lesioni definite “immediatamente fatali”. Un dato che ha escluso definitivamente ogni altra possibile ipotesi. In un primo momento, infatti, la magistratura aveva considerato anche la possibilità di una caduta dal letto, seguita da un morso successivo, quando la bambina poteva essere già priva di sensi. La perizia ha chiarito che non è andata così.
Paciello, in una successiva intervista a Kodami, ha spiegato che l’episodio non può essere interpretato come un attacco predatorio. L’animale, il pitbull di nome Tyson, avrebbe reagito in modo improvviso, forse a un movimento involontario o a un pianto, in un contesto che gli esperti definiscono eccezionale. Secondo il veterinario, si tratta di dinamiche che possono emergere solo in presenza di forte eccitazione o disorientamento del cane, condizioni che possono verificarsi in ambienti domestici quando manca un controllo continuo sugli animali.
Accusa di omicidio colposo per il padre: la ricostruzione fornita agli inquirenti
Sul padre della bambina, 25 anni, pende ora un’accusa di omicidio colposo per omessa custodia. Assistito dall’avvocato Luigi Montano, il giovane ha confermato agli inquirenti la versione fornita sin dal primo momento. Ha raccontato che quella sera si trovava in casa solo con la figlia e i due cani, mentre la moglie era ancora fuori per lavoro. Dopo aver fatto addormentare la piccola, avrebbe perso i sensi sul letto, stremato dalla giornata. Quando si è risvegliato, si è ritrovato davanti una scena drammatica: la figlia ai piedi del letto, immersa nel sangue.
Il padre ha spiegato di aver agito d’istinto e di non aver atteso l’arrivo dell’ambulanza. L’ha presa in braccio ed è corso verso la clinica Villa dei Fiori, distante poche centinaia di metri dalla loro abitazione. I sanitari non hanno potuto intervenire: la bambina era già priva di vita. Questo elemento, unito alla scelta di recarsi direttamente in ospedale, fa parte del quadro valutato dalla Procura per stabilire eventuali responsabilità.
Le verifiche degli esperti sul collo della bimba e il ruolo dei due cani di casa
Le prime ispezioni sul corpo della piccola avevano mostrato segni compatibili con un morso canino, ma i tecnici dovevano capire se quelle ferite fossero la causa della morte o se rappresentassero un evento successivo. La precisione della perizia di Paciello e Saliva ha consentito di attribuire al morso una dinamica secca, violenta, capace di interrompere funzioni vitali in pochi istanti.
Nell’abitazione erano presenti due animali: Tyson, il pitbull ritenuto responsabile, e Laika, una meticcia di piccola taglia. Entrambi erano stati presi in custodia subito dopo la tragedia e successivamente trasferiti in una struttura specializzata. Qui, circa un mese più tardi, la cagnolina è deceduta per cause non collegate alla vicenda, come riportato dalle autorità veterinarie che l’avevano in carico. Tyson, invece, resta monitorato in un canile attrezzato, mentre la Procura, dopo le risultanze dell’autopsia, sta valutando gli ultimi passaggi dell’indagine.
L’interpretazione degli esperti: condizioni di stress e assenza di supervisione
Il caso di Acerra ha riportato l’attenzione sulla gestione dei cani da compagnia in presenza di bambini molto piccoli. Paciello ha sottolineato che episodi simili non possono essere letti con categorie semplificate. Non si tratta di animali “pericolosi” in modo intrinseco, né di comportamenti abituali. Il veterinario parla di una reazione improvvisa e anomala, che può verificarsi quando un cane vive situazioni di forte agitazione o si trova senza un riferimento umano vigile, soprattutto nelle ore notturne.
Gli esperti ricordano che i cani domestici possono mostrare comportamenti imprevedibili in condizioni particolari, anche quando sono cresciuti in ambienti familiari. Per molte famiglie, questi animali sono parte integrante della vita quotidiana, ma la presenza di neonati richiede attenzioni specifiche. Non è questione di razza o aggressività preesistente: è un insieme di fattori ambientali e comportamentali che possono generare episodi improvvisi, seppur rarissimi.
Le implicazioni per la famiglia
La vicenda ha lasciato un segno profondo sugli adulti coinvolti, che ancora oggi convivono con la perdita più dolorosa. Il giovane padre è al centro dell’indagine perché la legge considera la custodia degli animali un dovere che implica responsabilità precise. Gli inquirenti, supportati dalle perizie, dovranno stabilire se la mancanza di un controllo attivo abbia contribuito a creare una condizione di rischio, anche senza intenzionalità.
Il lavoro della Procura mira a definire se la condotta dell’uomo abbia costituito una negligenza penalmente rilevante. Nel frattempo, gli investigatori continuano a ricostruire ogni dettaglio, mentre gli specialisti veterinarî sono stati chiamati a fornire ulteriori elementi sul comportamento del cane e sul contesto domestico.
Il tema della sicurezza domestica con animali
Il caso di Acerra solleva domande delicate sulla convivenza con cani di qualsiasi razza in famiglie con bambini molto piccoli. Gli esperti invitano a considerare le dinamiche domestiche con attenzione, senza ricorrere a letture semplicistiche o stigmatizzazioni. La gestione degli animali richiede consapevolezza costante, piani chiari per le ore notturne e supervisione diretta nei momenti più sensibili.
Le autorità veterinarie ricordano che la prevenzione passa attraverso la conoscenza dei segnali del proprio cane, la gestione degli spazi domestici e la consapevolezza che un animale, se posto in condizioni di forte agitazione o disorientamento, può reagire in modo inatteso. In questa vicenda, le perizie forensi hanno ricostruito la dinamica con precisione, offrendo un quadro completo utile sia alla magistratura sia agli esperti che studiano il comportamento degli animali in contesti familiari.
