Prima pagina » Rubriche » Hiv, allarme rosso a Roma: boom di nuove diagnosi e incidenza record in Italia | Ecco tutti i numeri spaventosi

Hiv, allarme rosso a Roma: boom di nuove diagnosi e incidenza record in Italia | Ecco tutti i numeri spaventosi

Hiv_a_Roma_allarme_altissimo_-_romait.it

La Capitale registra l’incidenza più alta d’Italia: nel 2024 a Roma 267 nuove diagnosi di Hiv e valori sopra la media anche per l’Aids. Nel Lazio casi in aumento del 4% e proposte nuove strategie di intervento.

Roma torna al centro delle preoccupazioni sanitarie nazionali: la Capitale registra il più alto tasso di nuove diagnosi di Hiv in Italia, con un’incidenza che supera nettamente la media nazionale e che, insieme ai dati sull’Aids, dipinge uno scenario che gli esperti definiscono “preoccupante”.

L’allarme arriva dall’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 2024, che conferma una crescita costante delle nuove infezioni nel Lazio e soprattutto nella provincia di Roma.

Per comprendere la portata dei dati, è utile ricordare cosa indicano i due termini. L’Hiv è il virus dell’immunodeficienza umana, che attacca i linfociti T CD4+, cellule fondamentali per difendere il corpo dalle infezioni. Quando il sistema immunitario si indebolisce in modo importante, subentra l’Aids, cioè la sindrome da immunodeficienza acquisita, lo stadio avanzato dell’infezione.

A fronte di una media nazionale di 4 nuove diagnosi ogni 100mila abitanti, il Lazio sale a 5.8, la percentuale più alta fra tutte le regioni italiane. Nel 2024 sono state 361 le nuove diagnosi regionali, pari al 15,2% del totale nazionale, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente.

Di queste, 331 riguardano residenti nel Lazio, mentre le restanti sono relative a persone provenienti da altre regioni. Un dato particolarmente rilevante è quello degli stranieri: rappresentano il 34,1% delle nuove diagnosi, ovvero 123 casi.

Nella Capitale, i numeri sono ancora più significativi: 267 nuove diagnosi nel 2024 e un’incidenza pari a 6.3 ogni 100mila abitanti, la più elevata tra tutti i capoluoghi italiani. Anche per l’Aids, Roma supera le soglie di riferimento con un valore ≥1.50.

Le modalità di trasmissione: chi sono i più colpiti

Analizzando nel dettaglio le modalità di contagio a Roma emerge un quadro molto chiaro:

Il 54.7% delle nuove diagnosi riguarda uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (146 casi). Seguono gli uomini eterosessuali con il 24.7% (66 casi) e le donne eterosessuali con il 17.6% (47 casi). Solo l’1.1% è legato all’uso di droghe per via iniettiva.

Un quadro che conferma Roma come uno dei principali epicentri italiani delle infezioni sessualmente trasmissibili, in linea con quanto già registrato negli ultimi anni.

Hiv_a_Roma_allarme_altissimo_-_romait.it

La proposta degli infettivologi: nasce l’“infettivologo del territorio”

La crescita dei casi ha spinto gli infettivologi del Lazio a proporre una soluzione innovativa: istituire la figura dell’infettivologo del territorio, un medico specializzato che operi direttamente nelle Case della Salute e nelle Asl.

Gianpiero D’Offizi, direttore delle Malattie Infettive dell’Istituto Spallanzani, ha spiegato che questa figura sarebbe cruciale per fronteggiare antimicrobico-resistenza, infezioni sessualmente trasmissibili, e future emergenze epidemiche. Una rivoluzione organizzativa che sposterebbe la gestione delle malattie infettive dagli ospedali al territorio, sfruttando la rete regionale già esistente.

Un intervento strutturale sempre più urgente, alla luce di una situazione che, numeri alla mano, indica una tendenza in costante crescita e che richiede risposte rapide e coordinate.