Supplenze, cambia tutto: GPS anticipate a gennaio | Cosa succede davvero ai precari: rimani senza lavoro
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La possibile apertura anticipata delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) sta agitando il mondo della scuola e riaccendendo un dibattito che coinvolge ministero, sindacati e migliaia di docenti precari. L’ipotesi, attualmente allo studio del Ministero dell’Istruzione e del Merito, prevede di rendere disponibili le liste già a gennaio, mesi prima della consueta finestra primaverile. Una novità significativa che mira a prevenire gli errori e i ritardi che negli ultimi anni hanno complicato l’assegnazione degli incarichi. Ma che, allo stesso tempo, genera nuove domande tra gli insegnanti, a partire dal calcolo del punteggio e dall’inserimento dei servizi in corso.
Secondo quanto emerso dagli incontri tra MIM e organizzazioni sindacali, la misura non dovrebbe penalizzare chi sta completando l’anno scolastico. Da Fanpage arrivano conferme su una delle soluzioni più richieste dai precari: la possibilità di inserire incarichi e percorsi abilitanti o di sostegno con riserva, per poi sciogliere la stessa entro giugno. La discussione, però, non è priva di tensioni e mette in luce problemi strutturali che da anni pesano sul sistema di reclutamento.
GPS anticipate, cosa cambia: riserve, punteggi e i nodi ancora irrisolti
Per molti docenti, la mossa del ministero potrebbe creare più dubbi che vantaggi. A sostenerlo è Luigi Sofia, portavoce di un movimento che riunisce gli idonei dei concorsi PNRR senza cattedra. Secondo lui, anticipare l’apertura «non risolve nulla»: i problemi delle GPS riguarderebbero il meccanismo di valutazione e la gestione delle graduatorie, non il calendario.
Sofia denuncia la scelta di attribuire lo stesso punteggio a percorsi formativi molto diversi tra loro, dai più impegnativi ai più brevi e telematici, creando quella che definisce «una giungla». Per questo, a suo avviso, aprire a gennaio o a giugno non farebbe differenza, perché il Ministero non avrebbe intenzione di modificare i criteri strutturali delle graduatorie.
Sul fronte sindacale, le posizioni sono più articolate. La FLC Cgil, attraverso la segretaria nazionale Manuela Calza, giudica positivamente l’anticipo, a patto che sia possibile indicare il servizio non ancora concluso. «Su questa richiesta abbiamo ottenuto la disponibilità del ministero», conferma Calza, spiegando che la riserva potrà essere sciolta entro giugno. Accolto anche il tema dell’algoritmo di assegnazione delle supplenze, spesso ritenuto penalizzante, per il quale si starebbe studiando un meccanismo di ripescaggio.

I nodi politici: il ruolo della Lega, gli idonei PNRR e il progetto del “doppio canale”
La posizione della Lega, rappresentata dal responsabile nazionale istruzione Mario Pittoni, va nella stessa direzione. Pittoni conferma che nei prossimi giorni si terrà un nuovo tavolo tecnico e ribadisce che l’anticipo potrà evitare errori e disguidi che negli anni scorsi hanno caratterizzato le operazioni provinciali. Anche per lui, introdurre titoli e servizi con riserva è «una buona soluzione» per conciliare le esigenze dei docenti con quelle del Ministero.
L’esponente della Lega rivendica poi la reintroduzione della figura dell’idoneo ai concorsi, esclusa dal 2020 in poi. Una scelta che, secondo Pittoni, ha alleviato la pressione su migliaia di precari che avrebbero dovuto tentare più volte il concorso per accedere al ruolo. Con le nuove norme, gli idonei PNRR potranno concorrere al 30% dei posti e dal 2026/27 entrare nei nuovi elenchi regionali senza ulteriori prove.
Il progetto politico più ampio è quello del doppio canale, che per un periodo aveva consentito l’accesso al ruolo sia sul sostegno che sul posto comune tramite GPS. Una strada poi limitata, ma che oggi viene considerata un tassello già collaudato per un futuro sistema di reclutamento diversificato. Pittoni sottolinea che la vera sfida resta il riallineamento della spesa tra supplenti e docenti di ruolo, condizione senza la quale ogni governo sarà portato a preferire le supplenze per ragioni di bilancio.
Il quadro che emerge è quello di un settore dove il precariato è frammentato, come denuncia la Cgil, e dove ogni modifica rischia di penalizzare qualcuno. Da qui il tentativo di aprire un confronto ravvicinato con chi vive quotidianamente le difficoltà della scuola: «I docenti temono ogni mossa dell’amministrazione», spiega Pittoni, evidenziando l’esigenza di ristabilire fiducia e trasparenza.
L’anticipo delle GPS non è dunque una semplice questione di date, ma il primo tassello di un cambio di metodo che potrebbe incidere sull’avvio dell’anno scolastico e sulle opportunità di migliaia di insegnanti. Le prossime settimane diranno se il tavolo tecnico troverà un equilibrio tra esigenze diverse o se il dibattito si sposterà ancora una volta sulle criticità strutturali del sistema.
