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100 molestie in 10 ore. E se succedesse a Roma?

Il video impazza sul web, Shoshana B. Roberts ha camminato per 10 ore tra le strade di New York

Shoshana B. Roberts ha camminato per 10 ore lungo le strade di New York in leggings e t-shirt nera, documentando con telecamera nascosta apprezzamenti e commenti del genere maschile al suo passaggio, infine quantificabili nel quantitativo di 100. Ben presto il video è diventato virale, arrivando fino a noi in Italia tramite le più grandi testate giornalistiche.

Lo abbiamo guardato, e in realtà ne siamo rimasti (si fa per dire) un pò delusi. Dal titolo, "100 molestie in 10 ore", ci aspettavamo infatti di vedere le nequizie di una società materialista, amorale e disuguale che va sempre più a rotoli, grazie alle quali la nostra misantropia da tastiera sarebbe stata indubbiamente rinfocolata, tornando a viva fiamma. Ci siamo invece dovuti accontentare di metterci un po' di torba di terza mano in questo nostro focolare, giacché in quel video, più che di maschilismo, si trova un quantitativo industriale di "Ciao bella, come stai?" o un "Ciao e buona serata!", rivolti da questi novelli molestatori alla camminatrice newyorkese e assunti a pericolose azioni maniacali. Il mio amico Andrea sarà allora sorpreso di sapere che il suo rapporto con la ragazza è nato da una molestia, giacché la mia coppia di amici si è conosciuta quando la sua futura partner, passeggiando per strada, è stata fermata dal mio amico, che con trucco da molestatore ha esordito dicendole: "Ciao bellissima, posso chiederti che ore sono?", per poi invitarla a prendere un caffè. Apriti cielo, si sarebbe dovuto processarlo per direttissima, stando ai nuovi canoni di molestia.

Ma cadremmo nel qualunquismo anche noi se non contestualizzassimo bene i fatti. Si può iniziare con il dire, senza troppi rigiri di parole che le molestie verbali degli uomini alle donne sono oggettivamente un dato di fatto. La molestia è una piaga sociale il cui peso ricade sul genere femminile, e che, senza alcuna ombra di dubbio, non può essere liquidata né con una battuta né con un po' di ironia. E no, non siamo schizofrenici: di ironia ne abbiamo fatta anche noi, ma non sul fenomeno in sé e per sé, che è gravissimo (sessantacinquenni che fissano ragazzine diciottenni cercando di attaccarci bottone non sono certo fatti su cui poter ridere, così come i porci che sugli autobus costringono ragazze indifese a scendere di corsa alla prima fermata, perché a volte uno sguardo è più indicativo delle parole), bensì sul singolo episodio. Purtroppo per noi, da qualche anno a questa parte alcune battaglie giuste, sacrosante e doverose, come quella che cerca di sensibilizzare la società sugli abusi verbali (e purtroppo non solo verbali) verso il genere femminile, si trasformano in eccessi fuori luogo, termine di paragone errati, fondamentalismi così fobici e maniacali da tradursi in una collettiva paranoia che spesso ha del ridicolo. E così abbiamo video dove il "Buona serata!" di un uomo rivolto a una donna diventa d'improvviso una molestia, un abuso verbale, una schiacciante prova che il maschilismo impera nella società e minaccia ogni giorno miliardi di donne. E tale idea finisce con il diventare una proiezione reale di una realtà inesistente, drogata da un isterismo di massa che, a ben vedere, non può portare a nessun risultato, se non quello di suscitare ridicolo.

Aspettiamo allora con ansia che tali esperimenti vengano fatti a Roma. Sarà divertente vedere la reazione sconcertata della nostra Shoshana B. Roberts quando, ordinando un panino in uno dei tanti chioschi tipici della città, si sentirà chiedere dal pericoloso paninaro verace: "Ah bella/splendida, che te ce la metto n'pò de insalata dentro?". Il titolo del nuovo video sarebbe anche accattivante: "100 molestie in 10 panini". Attendiamo quindi fiduciosi.

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