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Ztl Roma, rinvio ai divieti per i diesel: termosifoni spenti più a lungo per ridurre lo smog

Roma rinvia i divieti della Fascia verde: per salvare i diesel euro 5 si riducono i termosifoni. Famiglie e istituzioni divise sulla misura

Termosifoni

A Roma la stretta sulla circolazione dei veicoli più inquinanti nella Ztl-Fascia verde, prevista per il 1° novembre, subirà con ogni probabilità un nuovo rinvio. Per ottenere la proroga dal piano regionale di qualità dell’aria, il Campidoglio ha presentato un dossier all’Arpa Lazio con una serie di misure compensative. Tra queste figurano interventi di riqualificazione energetica, lavaggio straordinario delle strade e forestazione urbana. Ma la vera novità riguarda i termosifoni: il Comune propone di ridurre il periodo e gli orari di accensione dei riscaldamenti, considerati una delle principali fonti di emissioni nocive.

La strategia punta a garantire che i valori di biossido di azoto (NO₂) e particolato (Pm10) restino sotto le soglie di legge, evitando così lo stop a migliaia di auto e scooter dei romani, misura ritenuta politicamente esplosiva.

La “stretta” sui termosifoni a Roma

Secondo l’ordinanza in vigore lo scorso anno, i riscaldamenti sarebbero partiti dal 15 novembre fino al 7 aprile, per un massimo di 11 ore al giorno negli edifici privati e 10 in quelli pubblici. Ora l’ipotesi è di posticipare l’accensione al 1° dicembre e anticipare lo spegnimento al 1° aprile. Inoltre, la durata giornaliera sarebbe ridotta di un’ora: dieci ore per i palazzi privati e nove per le strutture pubbliche.

La misura è stata giudicata al momento “tecnicamente sostenibile” dall’Arpa, in attesa della valutazione definitiva. Se confermata, permetterebbe di limitare l’impatto ambientale senza imporre subito il blocco totale ai veicoli più inquinanti.

Le reazioni delle famiglie

Il tema tocca da vicino i cittadini. Da un lato, molti romani tirano un sospiro di sollievo per il rinvio dei divieti ai diesel euro 5 e ai benzina euro 2, che avrebbero costretto decine di migliaia di famiglie a cambiare auto in tempi rapidi. Dall’altro, la riduzione dei riscaldamenti preoccupa per i possibili disagi in vista dell’inverno.

“Abbiamo paura di dover passare i mesi freddi con il riscaldamento ridotto, specialmente per anziani e bambini”, racconta una residente del quartiere Montesacro. Nei palazzi privati, dove i controlli sono più difficili, resta il dubbio sulla reale applicazione delle nuove fasce orarie.

Il ruolo delle istituzioni

Dietro le quinte si gioca anche una partita politica. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha trasferito di fatto la responsabilità della decisione al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il quale, presentando il pacchetto di misure compensative, ha trovato l’appoggio della Regione che, attraverso il parere tecnico dell’Arpa, dovrà dare il via libera definitivo.

Il rinvio viene definito da più parti una “deroga che tutti vogliono”: Comune, Regione e cittadini, seppur con motivazioni diverse, puntano a evitare un blocco che rischierebbe di paralizzare la città e innescare proteste diffuse.

Verso il rinvio dei divieti

Al momento restano in vigore i limiti già applicati: stop agli autoveicoli benzina, Gpl e metano fino a euro 2, ai diesel fino a euro 3 e ai motoveicoli fino a euro 1. Il nuovo Piano regionale, che prevede il divieto di ingresso in Fascia verde ai diesel fino a euro 5 e ai benzina fino a euro 2, dovrebbe quindi slittare almeno al 1° novembre 2026.

Un rinvio che dà respiro alle famiglie e al mercato dell’auto, ma che solleva dubbi sull’efficacia reale nella lotta allo smog. Roma resta infatti una delle città europee con i peggiori livelli di inquinamento atmosferico, e senza misure strutturali più incisive il rischio è di rinviare soltanto un problema che continuerà a pesare sulla salute dei cittadini.

Uno scenario in bilico

La riduzione dei riscaldamenti come “merce di scambio” per salvare le auto più inquinanti è destinata a far discutere ancora. Da una parte la necessità di tutelare la qualità dell’aria, dall’altra la gestione di un tessuto sociale ed economico che fatica a sostenere divieti drastici.

Le prossime settimane diranno se l’Arpa confermerà la sostenibilità tecnica delle misure e se la proroga diventerà ufficiale. Quel che è certo è che Roma, tra termosifoni spenti e auto ancora in circolazione, si muove su un equilibrio delicato tra salute pubblica e consenso politico.