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Viaggio da Londra a Roma, cosa pensano i tassisti della Città eterna?

Da Londra a Trastevere andata e ritorno, 48ore a Roma e l’incontro con 2 tassisti romani

Da Londra a Trastevere andata e ritorno, 48ore a Roma per gestire i documenti sulla cittadinanza Italiana di mia moglie, di cui 30 minuti suddivisi equamente in due taxi. Prima e dopo verso il centro di una Roma avvolta nella sua solita splendida luce di un Ottobre mite e premuroso e avere un'idea di cosa pensino almeno un paio di tassisti della Città Eterna. Il mio discorso naturalmente non vuol trarre conclusioni sulla categoria.

Il primo tassista è un ragazzo sui trenta, ha fatto la notte, ed è visibilmente provato dalla movida notturna di Trastevere, di cui Piazza Trilussa, da dove salgo, è ormai il perno di smistamenteo di un turismo abbastanza becero e rumoroso, cotto alla mangia e fuggi. I segni evidenti appaiono dalla foto che ho scattato alle 7 di stamattina quando sono sceso per l'immancabile e tanto desiderato cappuccino e cornetto e ho trovato solo gabbiani. Il traffico scorre abbastanza fluido su due delle cinque file disponbili di Lungotevere: le altre tre sono occupate da pulman croati e auto parcheggiate in divieto. L'incipit scatta sulla mia incredulità che bestioni simili possano spingersi fino al cuore della marmellata e non siano piuttosto arginati, organizzati e raccolti sul raccordo, in modo da offrire a turisti e pendolari un servizio di trasporto pubblico snello verso le varie destinazioni prescelte: all'estero si chiama park&ride.

Qui parcheggio di scambio, il tassista s'intrufola sulle mie ultime parole e afferrando la palla al balzo scatena una mitragliata verbale mitigata dal silenziatore del suo tono flemmatico e scorato eppure avvelenato e senza appello: "Pagano e se ne fottono, le strade poi eccole, le vede pure lei…(indica una montagnola di catrame gettato alla meglio per toppare una buca su cui svicola uno scooterone) …a Roma gli autobus inquinano, fanno schifo e la gente puzza… (L'amico con cui viaggiavo nel taxi ha la tessera ATAC, su di lui garantisco, si lava, usa il deodorante e almeno in taxi non puzzava). A metà strada dal Tribunale il tassista accenna un mezzo mea culpa …"Che però pure noi Italiani non famo niente pe migliorà le cose e cercamo sempre de fa i furbi"… Sino alla chiosa finale che …"Comunque bisognerebbe fa resuscità Benito Mussolini e rimettere la pena de morte perché semo pieni de rifiuti umani.

Arrivati a destinazione, ecco una coltre fitta di avvocati preparare i ricorsi col cellulare in mano. Pago la corsa, scendo e saluto molto pacatamente il primo tassista, mirando di augurargli la buonanotte. Al ritorno sono animato da un certo ottimismo: tra certificati, traduzioni, timbri, marche da bollo e altro ho speso circa cinquecento Euro: ma la cittadinanza Italiana per mia moglie cittadina Britannica, se un giorno pareva una procedura inutile, oggi a causa di Brexit è divenuta una necessità oltre che un punto di principio e di orgoglio.

Il secondo tassista ha lo sguardo sorridente e un baffo generoso, il ritmo è blando e quasi affettuoso. Questa volta la dialettica autostradale scatta dai blocchi del suggerimento della meta finale che gli richiedo: Porta Settimiana. "Ah.. Trastevere… pensi, l'altro giorno ho trovato delle foto di Trastevere con le pecore che ancora scendevano dal Gianicolo e poi oltre proseguivano…L'avvio è decisamente più bucolico e rassicurante del primo. Anche se il prosièguo …un'altra foto di Trionfale di una volta con le bande dei briganti col fucile in mano…mi mette agitazione pensando a dove andrà a parare questo secondo tassista.

Ma le descrizioni scemano sui racconti della Roma papale, gli scorci sul Palatino, il tramonto sul Circo Massimo, il volo delle rondini dal Pincio a Piazza del Popolo, i taxi color verde e nero, poi giallo, infine bianco e il biglietto del tram a 50 Lire… E se a questo punto (morto e sepolto) temo che anche la corsa di ritorno finisca impietosamente sulle crepe di Roma, demolendo persino le ceneri dell'ATAC, verso l'arrivo in Via Garibaldi il tassista vira improvvisamente sulla gloria dei tempi antichi ma non troppo, quando Roma era preda della Banda della Magliana. Pensi, mi fa, indicando un ristorante col giardino interno che conosco benissimo… "In quel Ristorante dopo la comunione di mia figlia ammazzarono uno a pistolettate…".

Giunto a casa mi rannuvolo dai pensieri sulla Roma descritta nella seconda corsa; la prima si conosce, non la cambierà nessuno perché in fondo nessuno la vuole cambiare davvero. La seconda invece, quella delle rondini che da piccolo mi accompagnavano la mattina verso gli ultimi giorni di scuola, nel giugno dolce e spensierato prima delle vacanze, mi riempie il cuore di malinconia prima del viaggio di ritorno di domani a Londra. Le partite di pallone per strada, quando potevi chiedere ad un'auto di parcheggiare più in là, i bastoni di liquirizia a cento lire dal tabaccaio di Via Lungara, o la pizza del fornaio del Moro, fino al ricordo di una mattina, mia madre, che scippata a San Cosimato, ritrovò poi nel pomeriggio la sua borsa con tutto il contenuto, proprio nello stesso ristorante del tizio fatto fuori a pistolettate, quello dove la figlia del secondo tassista aveva fatto la prima comunione. In Inghilterra non prendo mai il taxi.

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