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“Vi racconto perché ho preferito il calcio popolare”

Intervista a Francesco Liotti, bomber del Pro Appio‏

Nella settimana corrente, come ogni anno, è stato assegnato il Pallone d’oro, premio istituito nel 1956 dalla rivista francese France Football, al calciatore che si è maggiormente distinto nella militanza sportiva in una squadra di qualsiasi campionato mondiale. Sicuramente il premio più ambito per chi pratica questo sport intramontabile. Insomma, il riconoscimento più alto per qualsiasi calciatore. Eppure c’è chi, allontanandosi da questi scenari, fatti a volte più di calcio parlato che di calcio giocato, in cui i soldi che girano, tra sponsor e ingaggi, non sono sicuramente pochi, ha deciso di incarnare quel senso più genuino e sano che questo sport può e deve offrire. Parliamo di Francesco Liotti, classe ’92, il quale ha quindi compiuto una scelta in controtendenza, quella di allontanarsi dal calcio professionistico per approdare nelle file del Pro Appio, nelle file del calcio popolare della Capitale.
 

D: Prima di giocare nel Pro Appio hai militato in molte squadre del calcio professionistico, quali sono queste squadre e cosa recrimini a questa parte del ‘mondo sportivo’?
R: Ho iniziato a giocare a pallone sotto casa, quando ero molto piccolo, poi ho militato nelle piccole squadre di quartiere come il Quarto Miglio e nel Real Tuscolano; da lì l’arrivo ad una squadra professionista, sicuramente la più ambita della nostra città, la Roma. Grazie ad Andrea Stramaccioni, attuale allenatore dell’Udinese della Serie A, il quale mi aveva notato, ho quindi potuto iniziare la mia carriera, negli Allievi Nazionali ed esordendo anche in Primavera. Da lì il passaggio ad un’altra squadra professionista, il Crotone, per poi tornare nella mia città e giocare in altre squadre di serie D ed Eccellenza. Tuttavia, il mondo che solitamente ogni bambino sogna sin da piccolo, ovvero fare il calciatore di professione, stava tradendo le mie aspettative, dimostrandosi un mondo che non è tutto rose e fiori come potrebbe sembrare dall’esterno. Mi trovavo ‘immerso’ in un ambiente contornato da falsità e ipocrisie, in cui ciò che conta sono procuratori, i contratti e, non ultimo, le raccomandazioni.

D: Come sei entrato a far parte quindi della prima squadra che ha dato vita al Calcio Popolare?
R: Grazie al mio amico Riccardo Lucidi, anche lui in squadra, sono venuto a contatto con una realtà a me sconosciuta, quella dell’ASD Pro Appio. Una realtà che mai mi sarei aspettato di trovare, una realtà seria ma soprattutto assolutamente vera. Certo, il livello non è lo stesso del calcio professionistico, ma qui siamo privi di tutti gli aspetti negativi che infangano e contornano lo sport a quei livelli. Qui non esistono raccomandazioni, tantomeno ingaggi o procuratori che vogliono arricchirsi alle nostre spalle. Qui si esprime il calcio quello vero. Le differenze tra i due mondi sono insomma eclatanti. Il mio unico rammarico è quello di aver scoperto la parte migliore del calcio, il calcio vero, a 22 anni e non prima.

D: Quali sono state quindi le tue prime impressioni e fondamentalmente ciò che caratterizza in modo positivo questa squadra?
R: Ho iniziato a giocare con il Pro Appio lo scorso settembre, ad oggi quindi sono passati solo sei mesi. Grazie al carisma e alle capacità del Mister, Claudio Fabrizi, non ho faticato ad inserirmi in un contesto a me assolutamente nuovo. Grazie a lui ho riscoperto i sani valori ed i principi puliti che caratterizzano il Calcio Popolare; ma anche grazie alla presenza di un gruppo unito e coeso, lontano dalle logiche individualistiche e da primedonne con cui mi sono imbattuto nelle mie esperienze precedenti, ho capito che qui ognuno, mettendo a disposizione quelle che sono le proprie capacità, lavora per un obiettivo comune: questo è lo spirito con cui scendiamo in campo ogni settimana.

D: Un inizio di campionato che però non è stato dei migliori…
R: Purtroppo siamo partiti un po’ in sordina, a causa forse dei numerosi nuovi giocatori, come me del resto, tra cui tanti giovanissimi e tutti della nostra zona. C’è servito un po’ di tempo per integrarci al meglio, anche se molte volte i risultati al 90esimo non rappresentavano in maniera veritiera la prestazione mostrata durante tutto il match.

D: C’è un altro aspetto che tuttavia distingue questa squadra dalle miriadi presenti sul territorio, la tifoseria…
R: I Viarium Crew, che dire di loro, semplicemente fantastici! Con il vento, il sole o la pioggia, in casa o in trasferta: sempre lì a sostenere la squadra; cantano ininterrottamente per tutti i 90 minuti, sono loro la forza della squadra! Difficile girando i vari campi trovare tifoserie del genere, trovare quindi chi decide di seguire lo spirito che incarna questo Calcio Popolare dato vita dal Pro Appio.

D: Quali sono infine le aspettative per il futuro?
R: Il 2015 non è iniziato male, con due risultati positivi ottenuti,  lotteremo per ovviamente fare meglio; e per quanto mi riguarda, facendo un bilancio di quanto mostrato fino ad oggi, avendo anche realizzato dieci reti, posso solo prospettarmi di continuare a fare bene. Infine che dire: spero di ‘concludere’ la mia carriera nel Pro Appio!

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