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Variante Delta in Italia. Cosa c’è da sapere e cosa è accaduto in UK

La diffusione della variante Delta sta destando preoccupazioni in Italia. Ecco il parere dei virologi e la situazione nel nostro Paese

Nel nostro Paese la presenza della variante di cui si parla da qualche tempo, la variante Delta, è bassa e non dovrebbe destare preoccupazioni. Si tratta comunque di un ceppo contrassegnato da elevata contagiosità, e questo, in aggiunta alle nuove restrizioni della Gran Bretagna, sta creando qualche dubbio. 

Cosa è successo in UK 

La variante Delta (indiana nella vecchia terminologia) sta preoccupando il Regno Unito, che si è visto costretto in via precauzionale, a rinviare l’azzeramento delle misure restrittive di circa un mese. E così, l’atteso “freedom day” previsto per il 21 giugno, è stato rinviato al 19 luglio.

Il Primo Ministro Boris Johnson ha parlato di cautela da parte del governo inglese, poiché la curva dei contagi in Inghilterra è salita nuovamente ai livelli di febbraio. La notizia che maggiormente si è diffusa e che ha sollevato preoccupazioni e domande è che, dei decessi registrati per questa variante nel Regno Unito, 12 persone avevano completato il ciclo di vaccinazione contro il Covid 19. A questo proposito è così intervenuto Fausto Baldanti, direttore del laboratorio di virologia del San Matteo di Pavia: “i 12 morti nonostante il vaccino possono essere pazienti fragili”. 

La situazione in Italia

In Italia la situazione che si registra riguardo la variante Delta non dovrebbe destare preoccupazioni, ma comunque far procedere le riaperture con cautela, ed essere pronti, eventualmente, a nuove restrizioni. Al momento i casi di contagio sono 81 in Lombardia, la regione maggiormente colpita dal ceppo, dopo un focolaio sviluppatosi in una palestra di Milano. Una decina di casi si registrano anche in Emilia-Romagna, ma la diffusione sembrerebbe in calo, con un picco toccato nel mese di maggio, e subito aggirato. “È una variante che controlleremo grazie ai vaccini” ha dichiarato l’immunologo dell’Università Statale di Milano Sergio Abrignani, membro del Cts. “Quello che sappiamo dal Regno Unito è che dopo due dosi di vaccino si è protetti all’80% con Pfizer, e al 70% con AstraZeneca contro questa variante”. (Adkronos). 

Il ceppo in Italia attualmente più diffuso è la variante Alpha (la variante inglese secondo la vecchia terminologia). Come dichiarato all’ANSA da Francesco Broccolo, virologo all’Università di Milano-Bicocca, il 95% dei tamponi positivi rivelano questa predominanza. C’è bisogno però, per il virologo, di nuovi metodi e sistemi di tracciamento della nuova variante. Broccolo precisa che con una sola dose la copertura per la variante Delta di AstraZeneca è del 33,5% contro il 51% della variante Alpha. Il richiamo, quindi, farebbe la differenza. “sono necessari screening su tamponi positivi ad alta carica prelevati in aeroporti, palestre, scuole e agli eventi all’aperto destinati a un numero elevato di persone, poiché al momento non abbiamo una fotografia precisa della circolazione di questa variante”.

Rimane ancora difficile dire se la nuova variante possa, in qualche modo, prendere il posto della attuale Alpha. La risposta, ci dice Broccolo, dipende da numerosi fattori. “In Italia i vaccinati con due dosi sono il 25% e con una dose sono il 50%. Questo significa che in estate il virus potrebbe trovare una via d’accesso” il rischio, è anche quello che, durante l’estate, viaggi e spostamenti favoriscano la comparsa di nuove varianti. 

L’importanza della prevenzione, interviene Fontana:

È ancora molto importante continuare a usare le mascherine, rispettare i distanziamenti, continuare a lavarsi le mani. Intanto dalla Lombardia, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana rassicura: “Nel mese di giugno c’è stata già una piccola ma significativa riduzione. Tutti i casi sono specificamente monitorati e seguiti, quindi mi sembra di poter dire, a oggi, che la situazione sia sotto controllo”. “Dovremo monitorarla costantemente – conclude il governatore – controllare se non si verificano focolai di questo genere di variante”

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