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Utero in affitto, l’esperto: reato all’estero? Coerente con legge

Politicamente è una scelta forte: rafforzare i nostri confini ed evitare possibili sfruttamenti per la tutela del bambino e delle donne

Neonato

Un neonato che riposa

"Dal punto di vista politico è una scelta forte: rafforzare i nostri confini ed evitare possibili sfruttamenti per la tutela bambino e delle donne che sono disposte a rendersi madri surrogate magari per questioni di necessità economiche". Alessandro Martini, professore di diritto privato all'Università degli Studi Niccolò Cusano, commenta così la proposta di legge sull'utero in affitto come reato universale presentata dal leader di Ap Angelino Alfano. "Sappiamo che in Italia – spiega il professore – l'idea di punire penalmente la surrogazione di maternita' gia' esiste, e' la famosa legge 40 del 2004, sulla procreazione medicalmente assistita che all'articolo 12 comma 6 prevede che 'chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro'. Ora, la proposta di Alfano – continua – stabilisce di inasprire le pene. C'e' scritto infatti che 'chiunque, in qualsiasi modo, organizza, pubblicizza, utilizza o ricorre alla surrogazione di maternita' e' punito con la reclusione da 2 a 5 anni e con la multa da euro 1.200.000 a euro 2.000.000'".

Ma la "vera novità- precisa il professore di diritto a Unicusano – è l'estensione della punibilità del cittadino italiano che va all'estero: questo per impedire il turismo procreativo, quello che accade  quando gli aspiranti genitori si recano all'estero, ad esempio in Canada, in Ucraina o in India e tornano con il prodotto della surrogazione di maternità creando anche il problema che si viola la norma penale che impedisce l'alterzione di stato civile, cioè l'atto di nascita falso". La proposta di legge di Area popolare, conclude il professore, che nel 2006 ha scritto un volume sulla materia, a pochi anni quindi dall'entrata in vigore della legge 40, "sarebbe coerente con la scelta fatta dal legislatore italiano di vietare la pratica della maternita' surrogata. Estendendo il reato anche a chi va all'estero si vuole dare un messaggio preciso in un momento in cui, essendo in campo la legge sulle unioni civili, c'è l'opinione contraria di chi vuole dare la possibilità di procreare anche alle coppie omosessuali". Il problema alla fine, conclude Martini, "è quali sono gli interessi che si vuole tutelare. La proposta Ap sceglie di non difendere la filiazione a tutti costi". (Ag. DIRE).

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