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Uefa e Ue: come la Nazionale anche l’Italia può vincere, nonostante i nostri politici

Riusciranno i vari Renzi, Letta, Grillo, Salvini, Meloni, e l’aggiunto politico non di mestiere Grillo, a rimettere in pista il Paese attraverso i loro cinguettii e schiamazzi?

Uefa, Ue

La Nazionale italiana vince a Wembley il titolo di Campione d'Europa

Nel mezzo dei mesi bui e tormentati del primo e secondo lockdown, i più fiduciosi e forse superficiali tra noi, credevano che al termine del contagio di questo maledetto virus, gli Italiani sarebbero d’incanto tutti diventati più buoni, tolleranti, pazienti e cortesi. Questo nuovo feeling era nell’aria, si propagava nell’eco delle note di Mameli che decollavano da finestre e balconi insieme all’accoppiata vincente pentolino e coperchio.

Gli ottimisti d’Italia: la vittoria degli azzurri, il Recovery e le Riforme

Poi è arrivata la vittoria dell’11 Luglio, Campioni d’Europa. Campioni d’Europa contro la nazione che l’Europa aveva fatto di tutto ma proprio di tutto per scrollarsela di dosso, come fosse una schifezza indicibile. E l’Italia si è raccolta, unita come mai prima. Lega metallica fusa, compatta, impenetrabile attorno al pullman dei ragazzi tornati vittoriosi e infreddoliti dalla perfida Albione. “Chi non salta è un inglese, è…”

Insieme alla pioggia di miliardi (di Euro e non di vecchie Lire) del Recovery Fund, pendenti le riforme di Giustizia, Fisco e Pubblica Amministrazione, gli speranzosi ottimisti raccontano a ragione che il Paese sarebbe finalmente a una svolta epocale. E che dinanzi a uno o due cambi di generazione, potrebbe addirittura trasformare il Paese, spingendolo avanti come una gioiosa catapulta, da fanalino di coda verso le posizioni più golose del ranking europeo che conta. UEFA e UE, le corporazioni che contano. Come la nazionale di Mancini che dalle retrovie in cui l’aveva cacciata la precedente amministrazione si è oggi assestata intorno alle posizioni di vertice.

Il grande “Ma”: la classe dirigente e politica d’Italia

Tutto vero, tutto giusto, tranne un se e un ma.

Dinanzi a buoni propositi, pile di danaro e una coppa, resta ben visibile la polvere sotto il tappeto bello, ossia l’ingordigia di accaparrarsi i posti migliori davanti al palco, l’impreparazione e l’inadeguatezza di una classe politica che, a eccezione forse solo di Mattarella e Draghi, gli unici due numero dieci del Paese, dovrà poi gestire quel cammino, quella metamorfosi politica, sociale, economica e culturale.

Riusciranno i vari Renzi, Letta, Grillo, Salvini, Meloni, e l’aggiunto politico non di mestiere Grillo, che eroi, oggi come oggi proprio non sembrano, a rimettere in pista il Paese attraverso i loro cinguettii, schiamazzi e propositi talvolta persino imbarazzanti?

Uefa e Ue, vogliamo vincere anche fuori dal campo

Ci auguriamo che a tale progetto di ringiovanimento nazionale non parteciperanno quelli che la notte del trionfo di Wembley sono morti per colpi di pistola sparati in aria per festeggiare la vittoria. I vari feriti gravi per lesioni e accoltellamenti finiti al pronto soccorso i festosi agguati e via discorrendo. Ingenti danni a persone e cose ancora da quantificare.

In tal senso, da Trento a Catania, passando da Milano, Roma, Cagliari e Foggia, il nostro Paese si è dimostrato ancora una volta solidale e unito nella follia assoluta di come ha gestito proiettili, caroselli e fuochi d’artificio.

Speriamo bene, Forza. Italia.

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